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Inviata - 25/07/2006 : 22:53:48 L’origine della vera felicità Di Anandamayee Ma
(da “Truth Journal” – Luglio 1986)
Anandamayee Ma lasciò il piano mortale negli anni 80. E’ considerata in India e nel resto del mondo come una santa realizzata in Dio. Nel libro “autobiografia di uno yogi”, Paramahansa Yogananda descrisse alcune delle sue esperienze con questa grande anima, avute mentre visitò l’India negli anni 1935 e 1936. Il seguente articolo è stato estratto da un discorso informale dei primi anni settanta.
Ogni essere vivente, per natura, cerca la felicità ed è in grado di desiderarla solo perché questa stessa felicità giace dentro di lui. Se non fosse lì, nessuno la desidererebbe. E’ davvero un fatto che nessuno può fare a meno di desiderarla. Un desiderio profondo di pace e felicità si può osservare in ogni essere vivente, senza eccezioni. Anche creature insignificanti come insetti, ragni e altri cercano di evitare il dolore e tentano di raggiungere benessere, sicurezza e pace. Gli animali, quando sono esposti ai raggi del sole, cercano ombra e acqua fresca. Nello stesso modo, quando l’uomo è afflitto da ogni tipo di sofferenza, cerca Dio, il rifugio della pace e la fontana della felicità. (….) In animali e uccelli (però) non c’è il desiderio di essere liberati dalla sofferenza e di trovare Dio, che è eterna beatitudine e bellezza. Questa aspirazione è riservata solo agli esseri umani.
Benché Dio abbia avvolto l’uomo nel velo dell’ignoranza, gli ha anche donato una porta per accedere alla Sua conoscenza. Passando attraverso quella porta, l’uomo può raggiungere la liberazione. Questo è il motivo per cui (un essere umano) deve essere determinato a realizzare il Supremo, a trovare Dio e a trascendere sia l’ignoranza, sia la conoscenza. Fino a quando sono presenti gli opposti di conoscenza e ignoranza, in altre parole la distinzione e l’idea della differenza, non si può realizzare il Brahman. Immergendosi nel Brahman, tutte le differenze si dissolvono in Lui e si è stabilizzati per sempre nel proprio vero essere. (…)
Sapendo di essere solo attori sul palcoscenico del mondo, si vive felicemente. Coloro che prendono la finzione per realtà sono persone del mondo, dove ci sono cambiamento e movimento costanti uniti ad un andare e venire infiniti e oscillazioni tra felicità e dolore. Coloro che utilizzano diversi vestiti non devono dimenticare la propria vera natura. In verità vi dico che voi siete il prodotto dell’immortalità. Il vostro vero essere è Verità, Bontà e Bellezza.
Il vero Essere di Dio non si può descrivere, perché quando si parla di “essere” c’è l’opposto del “non essere”. Quando si cerca di descrivere Dio attraverso il linguaggio, lo si rende imperfetto. In ogni modo, per utilizzare le parole, lo si definisce come Sat-Chit-Ananda (essere-coscienza-beatitudine). Poiché LUI è, esiste l’essere e poiché LUI è conoscenza in se stessa, esiste la coscienza. Essere coscienti di quell’Essere è già beatitudine. Conoscere l’essenza della verità è beatitudine; questo è il motivo per cui si definisce Dio come Sat-Chit-Ananda, ma in realtà LUI è oltre la beatitudine e la non-beatitudine.
Leggi un pò, medita di più, pensa a Dio tutto il tempo (P. Yogananda) |