allegra gioia
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Spedito - 29/01/2012 : 16:15:38
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Un pò di belle storie per voi da internet sul Maestro Paramahansa Yogananda queste non sono mie traduzioni ma prese da internet non mie esperienze personali ho trovato l'articolo e spero sia di buona compagnia per tutti Allegra Gioia Annalisa
BROTHER BHAKTANANDA UN UOMO STRAORDINARIO Ho letto più volte l’Autobiografia di uno yoghi e mi sono accorta che il Maestro esprime in questo libro tutta la sua devozione e amore incondizionato verso il suo Guru Sri Yukteswaji. Ma proprio perchè è scritta da Guruji, Lui non parla di sé stesso e non si ritrae in questo libro. Conosciamo Guruji di riflesso, nelle Sue vicende, nei Suoi pensieri etc. Allora, ho pensato che, così come Lui venerava il Suo Maestro e la sua devozione trasuda da ogni riga dell’Autobiografia così “leggendo” e conoscendo la vita di chi Gli è stato vicino e lo ha amato possiamo conoscere il Maestro meglio.
Ho tradotto dal SRF Magazine 99% dell’articolo “In Memoriam” pubblicato nell’occasione del suo trapasso e poi ho ottenuto anche 3 foto a colori abbastanza recenti dello stesso monaco dalla stessa devota americana. Se Dio vuole e Guru mi aiuta, vorrei in futuro tradurre una parte di una sua conferenza registrata dove lui spiega come è entrata nella sua vita la pratica della presenza di Dio. Ma prima vi voglio accenare qualcosa di quello che mi è rimasto a me dell’incontro con Brother Bhaktananda. Quando sono andata alla prima Convocation in America nel 1995 ho avuto l’opportunità di sentirlo fare una conferenza, al tempio di Hollywood sui ricordi con il Maestro. Mi ricordo il suo umorismo anglo-sassone, mentre raccontava la celebre storia delle vetrate del tempio di Hollywood. La storia, per quello che io mi ricordo, è più o meno così: Era il periodo della costruzione del Tempio di Hollywood e nel mezzo delle difficoltà economiche e l’entusiasmo dei pochi ma molto devoti che lo seguivano, Guruji una mattina gli dice al giovane Michel (era il nome civile di Brother): ”Oggi andiamo a trovare delle vetrate per il tempio. Stanotte nella meditazione la Madre Divina mi ha detto che ha serbato delle vetrate bellissime per questo tempio”. Docile, Brother prepara la macchina e si mettono in moto. Sembra che il Maestro gli diceva man mano che strade prendere.
Arrivano ad un deposito e il Maestro si informa se hanno delle vetrate. Il funzionario, dopo aver a lungo ricercato fra le scartofie risponde di non avere niente di questo tipo. Ma il Maestro non se ne vuole andare. Inizia a camminare nel largo cortile e Brother dietro a Lui. Lì in un angolo remoto ci sono dei pachi molto mal conservati e il Maestro li va intorno, cercando di capire che cosa fossero. Poi va dallo stesso funzionario e gli chiede se può aprire quei pacchi perchè dentro ci sono le vetrate che lui ha bisogno. Certo che il funzionario non credeva. Se nei suoi preziosi registri non c’erano le vetrate non potevano essere neanche in cortile. Mi sembra che Gli abbia detto al Maestro, un po’ scocciato: Se ci sono le vetrate puoi prenderle.
E che cosa credete che era in quel angolo remoto di un deposito hollywoodiano, sotto tanta polvere? Eh sì, proprio le vetrate. E non delle vetrate qualsiasi, ma delle bellissime vetrate, che tuttora fanno la meraviglia del tempio di Hollywood. Che il Brother aveva umorismo, lo sanno tutti quelli che hanno già seguito il filmato fatto nell’occasione del centenario del Maestro e che in varie occasioni di incontri nazionali i monaci SRF presentano. In questo documentario, Brother si prende in giro sé stesso e racconta, sorridendo sotto i baffi, che poco tempo dopo che è arrivato all’ashram va dal Maestro e gli dice che lui vuole andarsene via. Il Maestro gli chiede con dolcezza perchè se ne vuole andare e lui risponde con enfasi: ”Perchè qui non c’è nessuno che mi può insegnare qualcosa”. E poi aggiunge per noi che lo guardiamo, sorridendo: ”E questo lo dicevo proprio a Lui”. Meno male non se ne è andato. In una delle lettere arrivate alla Casa Madre dall’India, al trapasso del Brother e pubblicata nel Magazine, un devoto scrive: ”Quanto meglio è il mondo soltanto perchè lui ha vissuto e ha insegnato gli insegnamenti del Maestro.”
Traduzione in italiano dell’articolo IN MEMORIA:BROTHER BAKTANANDA apparso sul SRF Magazine (Summer 2005)
Brother Bhaktananda, un discepolo di Paramahansa Yogananda da 1939 e un ministro della SRF, ci ha lasciati lunedi 4 aprile 2005. Brother Bhaktananda è nato il 2 di novembre 1914, vicino a Pittsburg, Pennsylvania. Il suo nome era Michel Krull. Lui è entrato nell’ashram del SRF a Mount Washington nel 1939 ed è stato ordinato ministro da Paramahansa Yogananda nel 1940. Ha ricevuto i voti finalidi rinuncia (sanyas) da Daya Mata nel 1955 e allora ha preso il nome sanskrito di “Bhaktananda” (che significa “beatitudine tramite devozione”).
Brother Bhaktananda ha viaggiato negli SUA, Europa e India tenendo conferenze e iniziazioni in Kriya Yoga. Lui era conosciuto dai membri SRF di tutto il mondo per la sua vita esemplare, imbevuta di semplicità e devozione a Dio e Guru. Tramite i servizi nel tempio, le conferenze durante le Convocazioni, le lezioni pubbliche, i suoi articoli sul Magazine e i colloqui individuali, lui ha inspirato innumerevoli membri e amici con la sua comprensione misericordiosa e i suoi ricordi pieni di amore sugli anni passati con Paramahansa Yogananda.
Un servizio memoriale è stato condotto dal Brother Achalananda membro del Consiglio SRF il 9 aprile al Forest Lawn Memorial-Park a Hollywood. Un numero notevole de persone simpatizzante ha partecipato -molti da posti molto lontani- per onorare questo umile discepolo che ha dato così tanto al lavoro e alla famiglia mondiale di Paramahansa Yogananda.
Sri Data Mata ha mandato un tributo amorevole per essere letto durante il servizio di ispirazione memoriale: ”Cari, mi accosto a voi nel dare l’addio al nostro caro Brother Bhaktananda, un discepolo devoto del nostro benedetto Guru e un padre spirituale compassionevole per molte anime per le quale lui è stato di incoraggiamento durante il tempo,nella loro ricerca di Dio nei sacri insegnamenti del Guru. Abbracciato dall’amore e gli auguri della famiglia monastica del Maestro, dei devoti del tempio di Hollywood e delle anime grate da tutto il mondo, lui ha lasciato questo mondo e le limitazioni del suo corpo per la dimora di Dio. Lui sente sicuramente l’amore di tutti che hanno pregato per lui e la sua anima riceve infinite benedizioni per la sua vita di devozione e la sua lealtà incrollabile verso Dio e Guru.
Dai primi anni, io mi ricordo Brother Bhaktananda come uno dei monaci fedeli del Maestro che è venuto sul sentiero soltanto per Dio e che ha preso a cuore la guida del suo Guru e i suoi insegnamenti. Lui è entrato nell’ashram nel 1939 e nei 66 anni da allora lui non ha mai tentenato nella sua dedizione e servizio verso Guru. Alla fine della sua vita il pensiero di Dio e Guruji è diventato supremo nella sua coscienza e la sua vita era una testimonianza di quanto potenti sono i principi semplici e pratici del vivere e cercare Dio che Guruji ci ha insegnato quando sono applicati con tutto il cuore e con devozione. La calma di Brother Bhaktananda e il desiderio sincero di aiutare gli altri l’ha fatto essere abbordabile da molti devoti, che gli si avvicinavano per chiedere consigli. E il suo modo di semplicità, umiltà e amore per Dio gli ha ispirati a cercare nella loro vita quella dolce relazione con il Divino.
Dopo aver servito ai templi di Phoenix e San Diego, Brother è diventato ministro al tempio di Hollywood, una posizione che ha mantenuto per più di 30 anni. Per lui era una gioia lavorare per i devoti del Maestro e lui ha donato liberamente il suo tempo e la sua attenzione, senza pensare a sé, quando qualcuno era a in difficoltà. Niente gli avrebbe dato una felicità più grande che vedervi, voi tutti desiderando ardentemente di seguire il Maestro con dedizione concentrata,così come l’ha fatta lui e fare di Dio e Guru una presenza reale nella vostra vita quotidiana. Uniamoci nel nostro intento di commemorarlo con gioia e gratitudine, mentre mandiamo il nostro amore e la nostra amicizia eterna alla sua anima. Mentre teniamo nei nostri cuori le qualità che più ammiravamo in lui decidiamo di manifestarle nella nostra vita, così onoriamo lui e il Divino, il cui amore scende in voi tramite tutte le anime sincere e in sintonia.”
Al servizio tenuto a Mount Washington per i monaci SRF, Brother Anandamoy ha parlato così del suo discepolo compagno di tantissimi anni:
“Mi ricordo quando ho sentito Bhaktanandaji parlando per la prima volta. Credete o no, dopo tutti questi anni mi ricordo ancora di che cosa ha parlato. Ci ha parlato di due cose. La prima era sviluppare una devozione sempre più profonda per il Maestro e la seconda era praticare la presenza di Dio nel periodo quando non meditate.
Più tardi ho realizzato che questi erano i suoi soggetti preferiti. Lui ci ha parlato sempre di questi soggetti per anni e anni.E una volta un’uomo mi disse di Bhaktananda: “Sai, lui parla sempre della stessa cosa: la solita minestra”. Io gli ho risposto ”E la solita minestra per chi non la pratica. Ma per chi la pratica, questi lo puo ascoltare per sempre e per sempre. Esso non si stanca di questa, perchè essa è l’essenza della nostra vita spirituale.”
Bhaktanandaji spesso citava la storia dall’Autobiografia di uno yoghi nella quale il Maestro andava al Tempio Kalighat in Calcutta quando era un ragazzo. E là incontrava il santo che gli diceva: Dio solo è semplice, tutto il resto è complesso. Bhaktananda era la personificazione della semplicità. Io non ho mai incontrato nella mia vita un discepolo che esemplifica meglio questa qualità. Lui diceva spesso: “Più semplifichiamo la nostra vita, più facile è di avvicinare Dio”.
Ero presente una volta quando il Maestro ci parlavo ad alcuni monaci su Bhaktananda. Il Maestro era ritornato da un viaggio, e noi ci siamo radunato nell’edificio del Administration Building, nella stanza all’entrata, per salutarlo. Bhaktananda non era lì in quel momento,era ad Encinitas. Il Maestro lodava la devozione di Bhaktananda. Una persona abbastanza intelettuale era presente, che pensava che Bhaktanandaji era un po’ non sofisticato. Così quando il Maestro lodava Bhaktanandaji per la sua devozione, disse: ”Ma signore, la sua devozione è di un tipo molto semplice, non le pare? E il Maestro rispose: ”Oh, questa piace a Dio.”
Durante il servizio memoriale a Forest Lawn,Brother Achalananda ha citato la lettera che Daya Mata ha scritto a Brother Bhaktananda nel 1994 al suo 80-imo compleanno:” Mi ricordo una volta quando Gurudeva ha detto a Tara Mata: ”Michel è un devoto fedele, leale, pieno di amore, che sarà costante per gli anni a venire. Lui mi segue con devozione profonda.”
“Ed è stato davvero, ha continuato Brother Achalananda. Lui aveva quella semplicità, che era commuovente per quelli che lo conoscevano e capivano da dove essa veniva: la silenziosa relazione relazione con Dio e Guru che lui ha portato nel profondo del suo essere.
Lui diceva spesso: ”Quando pratichiamo la presenza di Dio ripetendo un pensiero devozionale con convinzione e sincerità, allora la gioia ci riempie i cuori. Gioia o L’amore o la pace. A volte sperimentiamo uno o l’altro di queste qualità e a volte tutte insieme. Questa relazione personale con Dio è meravigliosa. Finché non la provate non si può esprimere in parole. Questa sensazione è solo l’inizio di quello che si sperimenta nell’amare Dio. L’amore di Dio rimane con noi crescendo e approfondendosi, se noi continuiamo a praticare la presenza di Dio: ”Ti amo, Signore, Ti amo, Signore”, cantando continuamente.
Lui era veramente un’amorevole persona spirituale. Quando dava consigli a quelli che avevano bisogno, lui dava senza riserva del suo tempo e della sua capacità di compressione. Se ci fermiamo e pensiamo quanto sono focalizzati sui loro stessi problemi la maggioranza delle persone oggi nel mondo, realizziamo quanto è unico esprimere questo tipo di cura per gli altri-cioè di cercare continuamente di aiutarli-e questo per anni e anni.
Questo sentimento è stato espresso in una marea di lettere ricevute dai membri SRF da tutto il mondo nelle settimane che hanno seguito la sua dipartita. ”Era sempre paziente”, scrisse uno. ”Sentivo che potevo rivolgergli qualsiasi domanda e lui avrebbe avuto la risposta ad essa. Non dimenticherò mai tutto quello che ha fatto per me. Lui trasformava le profonde verità spirituale in formule pratiche del vivere quotidiano. Ma quello che più mi ha impressionato è la sua umiltà.”
“Io sono nel SRF da circa 30 anni, scrive un’altro. ”Ho frequentato e servito al tempio di Hollywood per la maggior parte per 20 anni. Noi i discepoli laici rispettavamo sinceramente Brother Bhaktananda. Lui non era mai intimo con nessuno per quanto ho potuto vedere. Ma c’era un sentimento sotterraneo di amore e amicizia con lui, come era anche un senso di forza sotterranea. Non lo mai visto nervoso, neanche irritato. Io no lo ho mai visto reagire in un modo negativo mai. Lo visto a volte essere fermo con delle persone. Semplicemente non aveva bisogno. Anche se non mostrava esteriormente, sotto la superficie c’era realmente potere e forza, molto di più di quanto ho mai visto ad altri”.
Brother Ishtananda, al momento ministro in carica al Tempio di Hollywood, ha parlato anche lui al servizio memoriale di Forest Lawn:
“Negli anni d’inizio,qualcuno si è lamentato preso Paramahansaji: ”Non ci sono giovani qui che hanno il fuoco per il Divino”. E il Maestro rispose: ”Non conosci Michel. Forse non è il nostro migliore conferenziere, ma lui vive la vita e lui attirerà anime sul sentiero. ” Brother “viveva la vita”, la sua vita è divenuta una testimonianza eloquente per l’efficienza degli insegnamenti di Gurudeva. …….
“Se potessimo avere oggi il Brother con noi, non so se ci avrebbe ripetuto un’altra volta quei pochi principi basilari che ha ripetutamente detto durante gli anni. Ma c’è una cosa che so che ci avrebbe detto. Quelle tre parole semplici che lui ha detto per migliaia di volte a migliaia di devoti: “Il Maestro vi benedice. Il Maestro vi benedice”.
Allegra Gioia Annalisa
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Modificato da - allegra gioia on 29/01/2012 16:19:04 |
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