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* Introduzione*
La serie di saggi che iniziamo non vuole essere
una mera stesura di informazioni, di elenchi, e di componenti mnemoniche
sull'argomento.
I centri (chakras) dell'uomo, oggi, fanno parte di
un'ampia letteratura moderna esoterica, che trae le proprie origini da
fondamenta antichissime. Cercheremo di analizzarne la natura - di conseguenza -
cogliendo quei significati universali che ad essi sono pertinenti, e che sono
stati - man mano - <dimenticati per la via>. Si tenga solo presente,
prima ancora che di entrare nel vivo dell'argomentazione, che l'intero studio da
noi, ora, intrapreso tendera' a dimostrare - tecnicamente e metafisicamente -
quanto, in effetti, e per quel che riguarda l'individuo, quest'ultimo <non
possiede, solo, ed utilizza dei centri eterici, risonanti lungo la sua colonna
vertebrale>, bensi' egli stesso sia un complesso ed integrale <centro>
(o chakra) planetario. Impareremo, quindi, ad utilizzare questa <unita' di
base>, del tutto sconosciuta alla scienza metafisica moderna, e di cui -
nelle rivelazioni generali e storiche - esistono tuttavia vasti accenni, non
approfonditi. Cio' condurra' ad una liberazione dal dettaglio - pur non
trascurando nessuno di essi - e proiettera' chi riesca a percepire il senso del
nostro dialogo in una dimensione sicuramente piena di auto-realizzazione; oltre
che in una metrica sperimentale del tutto allineata all'essenza ed al segreto
tradizionale di questa dimensione potente della nostra essenza eterica e
cosmica. Per chi non avesse - a questo punto - idea di cosa stiamo per
parlare, indichiamo che i chakras sono considerati, da ogni studioso ed
iniziato, dei fondamentali strumenti di <penetrazione > nell'universo
parallelo degli eteri cosmici, oltre che di gestione delle forze fondamentali
della vita. Essi costituiscono una ricchissima iconografia, in ogni testo
sulla meditazione trascendentale, e - specialmente da parte della
vasta letteratura occidentale, dedicata alla rivelazione spirituale
dell'Oriente - vengono riprodotti - sovente con grande cura calligrafica - sulla
figura umana, in atto introspettivo. Vi e', naturalmente, un diffuso e piu'
dettagliato insegnamento su ogni facolta' che ciascun chakra rivela; sulla
composizione degli stessi, e cosi' via. Prima di intraprendere l'esame di un
qualunque aspetto tecnico sulla Yoga (che, lo ricordiamo, ci sforzeremo sempre
di non discostare dalla Tradizione consolidata) ne abbiamo posto - sullo sfondo
- la natura spirituale da cui proviene, e da cui essenzialmente deve venire
sostenuta. Allo stesso modo, prima di affrontare l'analisi dei chakras, vi
esortiamo a seguirne, con noi, le squisite Origine Metafisiche. Senza di cio' e'
mera illusione supporre di poterne comprendere l'essenziale
natura. Accludiamo, di conseguenza, un saggio che indica le Origini
Metafisiche dei centri eterici umane.
- IL <MISTERO> DELLA
TRINITA' -
E' sicuramente un dato di fatto l'incredibile
natura prolifica che l'uomo ha mostrato, nelle sue immaginazioni primordiali,
quando si e' sforzato di rabberciare e di dare toni e significati diversi a
delle verità di grande semplicità soggettiva; anche se - a prima vista -
complesse da affrontare. E' il caso del concetto della trinita', quale
appare in ogni religione storica e presente. L'uomo fatica a comprendere che
la rappresentazione mentale di monismo non contempla l'idea di un dio creatore;
bensi', di un Demiurgo successivo; ovvero, di un Logos, che sintetizza in se' -
sovente - incalcolabili evoluzioni cicliche, e rappresenta non gia' un
iniziatore della Forma e della Sostanza, bensi' un gestore della Legge, in
esse. Sia i Veda, che la Gnosi Metafisica piu' illuminata, non parlano mai di
quel dio, responsabile - nelle religioni popolari - del tutto. E' la Legge,
e' il movimento innato delle primordialita' a manifestarsi dai caos originari,
ed a figliare, in effetti, il dio e l'uomo. Una divinita' che fosse contenuta
nel tutto da essa stessa creato non viene contemplata dalla Tradizione
Spirituale. In effetti, la Dottrina Segreta non e' atea, nel senso che si vuole
dare a questo termine. Essa accetta lo Spazio Originario e impossibile a
comprendersi da mente umana - perche' senza limiti e principio - quale fonte e
matrice delle cose. E lo vede come Materia Primordiale Ingenerata, in eterno
movimento: Mulaprakriti. E' in questo spazio che fiorisce l'evoluzione,
tendendo a <vertici> privi di qualunque confine, nell'eternita' della sua
natura. E' facile immaginare, quindi, nello seguire le rivelazioni tradizionali
dei Veda - ad esempio - quanto sia consequenziale che il risultato della
nostra timida analisi di un qualunque aspetto molto più avanzato di quello
umano - di un qualunque <vertice> cosmico -, possa identificarsi nel
Logos: nel Dio personale delle religioni. Questa, la ragione per cui è
dichiarato nella Dottrina segreta che i Rishi non credono in altra divinità, al
di fuori della Vita Una - incomprensibile, nella sua totalita', a mente umana;
ma, invece, riconoscono la fioritura di questa Vita Una, ossia il Logos. Si
aggiunge, inoltre, che ogni frammento dell'essere - onda unita all'oceano
universale - possiede quella che simbolicamente e' chiamata <natura
divina>; ossia, un potenziale di crescita illimitata delle proprie qualita'
innate, che lo rendono <simile a dio>: ossia, assoluto. Torniamo,
tuttavia, all'argomento del presente articolo: la trinita'. Viene affermato che
la materia primordiale innata (Mulaprakriti, Koilon) ha tre qualita':
<l'eternita'>, <il movimento>, <la sostanza>. Essa, cioe',
<si espande senza una spinta originaria; non e' nata e non muore, ma si
trasforma; non e' vuoto, ma pieno>. Queste tre caratteristiche - come si puo'
desumere - non appartengono, di conseguenza, al dio tradizionale, ma ad ogni
cosa ed essere in manifestazione. All'ameba, ed alla polvere cosmica; alla
roccia, ed all' animale; all'uomo ed al genio. Immaginiamoci, ora - con
un ardita e, forse, artigianale prova mentale - di delimitare una zona
assolutamente vergine di <essenza primordiale> dell'esistenza universa;
proprio li', da dove scaturira', un domani, l'assieme di galassie che ospitano
quel granello incandescente che e' il nostro sistema solare. Ebbene, in
codesto brandello di <Mulaprakriti> potremo identificare una tensione
centrifuga latente e priva, dalle eternita', di un qualunque riposo; una
tensione che <preme> verso l'espansione costante degli universi. Secondo
tradizione, e' proprio questa tensione il <dio impersonale>, che, non gia'
crea, bensi' estrae eternamente dalla manifestazione potenziale quanto e'
intrinseco all'essere. Ora, lasciamo per un attimo queste astratte visioni
genetiche, per tornare nelle nostre tre dimensioni abituali. Ed immaginiamo di
trovarci in una sala da concerto, durante un assolo del suonatore di
tamburo. Egli percuote la pelle tesa del suo strumento con la bacchetta
caratteristica. Un colpo vigoroso (positivo) si abbatte sulla pelle
tesa (negativa) del tamburo: e ne scaturisce il suono. Oppure, immaginiamo
di battere una delle nostre mani contro l'altra. Il palmo che colpisce
(positivo) urta con il palmo che attende l'urto (negativo): e, anche da
questo contrasto, scaturirà un suono. Positivo, negativo, suono. La triade
e' apparsa. Tuttavia, abbiamo fatto due esempi che prevedono una coscienza ed
una consapevolezza, tese a raggiungere un risultato. Riguardo al <ventre
cosmico primordiale>, e per ritornare alla tensione innata degli universi,
tale coscienza e consapevolezza non esistono; esse ancora debbono apparire in
manifestazione. Appare solamente una spinta che si frantuma in geometriche forme
e molteplici direzioni. E, dovunque la <pressione> avanzi, si riproduce
quel triplice meccanismo di azione e reazione che abbiamo visto - ampliato ed
evidenziato - nell'arte del suonatore di tamburo e nel battito di due palme
qualsiasi, l'una contro l'altra. In qualunque luogo noi fissiamo
l'attenzione, la triade si manifesta con assoluta costanza. Yinn e Yang
producono il loro Tao, nel minuto frammento del mosaico e nel mosaico
intero. Cio e' mostrato, e amorevolmente ampliato, in uno dei testi sacri
dell'umanita' intera: "Il Libro dei Mutamenti." In cui non appare mai il termine
<dio>; ma, solo l'enunciazione degli sviluppi motori della triade
originale, diffusa e soffusa in ogni atto dell'esistere- dal piu' mediocre al
piu' sacro. Non e', quindi, una prerogativa della divinita' il triplice ritmo
dell'essere; ma, <anche> della divinita', come contenuta nella Vita Una,
nel Tutto. Potrebbe rappresentare il contenuto di un prossimo articolo la
descrizione dell'automatismo cosmico che, dalla triade, prosegue oltre ad
essa.Sin qui, si e' indicato il principio di ciò che Helena Petrowna Blavatsky
(fondatrice della Societa' Teosofica, ed autrice della Dottrina Segreta) chiama
<la Tetrakis Magica>; ossia, lo jiva (il puro nucleo matematico originale)
che, con il suo respiro irrefrenabile, produce lo Yinn, lo Yang ed il Tao. La
triade e' presente ovunque vi sia azione. Nel corpo eterico, i tre centri
fondamentali (testa, cuore e base della spina dorsale) sono, appunto, il
riflesso di essa. L'intera pietra angolare della Civilta' antica Cinese si
basa sulle armoniche dello Yinn e dello Yang - e del loro risultato: il Tao -
che rappresentano il <codice a barre> segnato nell'infinito e complesso
assieme di componenti la natura onnicomprensiva. Si potrebbe solo accennare -
per dovere di compiutezza - di come la triade di cui parliamo si assesti ancor
piu' nella <legge delle armoniche> attestandosi attorno ad un baricentro
comune, da cui deriva - com'e' naturale - la nuova spora di tre emanazioni, o
emittenze sonore occulte. E nasca, di conseguenza, la ragion d'essere del
magico numero sette: l'uno matematico originario, la prima triplicita' e la
seconda, nata dal baricentro di cui sopra. Appare, cosi', il doppio triangolo
intrecciato ( o, Stella di Salomone), con il punto al centro: il simbolo della
costituzione perfetta dell'individuo. Quel simbolo, in cui Leonardo iscrisse la
sua splendida rappresentazione dell'uomo, con le braccia e le gambe divaricate.
Ma, evidentemente, l'argomento si presta a sviluppi ulteriori. A noi e' bastato
solo indicare la concretezza e lo sguardo acuto dei piu' antichi pensatori
dell'umanita', in riferimento ad una delle leggi piu' diffuse della natura: il
rapporto innato tra gli opposti ed il loro risultato. Una legge che fa parte
di ogni nostro movimento e pulsione intima, e che ci connette - consapevoli o
meno - all'intera unita' indivisa delle cose. Una legge, i cui effetti si
mostrano - esotericamente - nella ragion d'essere dei centri eterici maggiori
dell'uomo. Per riuscire ad afferrare - almeno nella loro natura piu'
nevralgica - l'essenza e la ragion d'esistere dei chakras, come anche per
capirne le ragioni che - da parte di ogni tradizione yoga - ne hanno fatto un
capitolo fondamentale delle proprie ricerche ed esperienze siamo costretti,
ancora una volta, ad entrare nei ritmi dell'universalita' umana e connetterla ad
un piu' ampio respiro cosmico, che non sia quello - tronco ed ansante - del
proprio io frammentato e separato. Si tratta di affrontare i significati -
del tutto metafisici, comunque - del <ciclo>, quale componente
inscindibile dell'infinita Vita Una. Non solo - e lo abbiamo gia' visto -
l'uomo e' costretto ad arretrare, finalmente, di fronte ad una sua esperienza
d'animo, che sia appena diversa da un semplice intuito percettivo, quando si
identifica con il Tutto; ma, egli si vede sempre sospinto a tradurre in cicli,
quanto non riuscira' mai a comprendere, o possedere, intieramente: ossia, la
capacita' di <confinare> cio' che non e' confinabile. Gli irruenti voli
ciechi, verso la Fiamma Indefinibile non sono - oramai da millenni - piu'
formulati, da parte di ogni adepto illuminato. Essi sanno che l'Uno e'
percepibile solo attraverso gli aspetti di se' medesimo. La natura stessa
possiede la caratteristica dell'assolutezza. In essa si riflettono le origini.
In ogni pietra, in ogni foglia, in ogni linea energetica elettromagnetica;
insomma, in ogni granello di materia, come anche in ogni vibrazione energetica
le risonanze dell'Uno si perderanno, sempre, nell'immensa impossibilita' <di
arrivare, definitivamente, al fondo> della realta' esaminata. Di essa,
allora, evidenzieremo solo alcuni principi - che le scuole esoteriche ripetono,
costantemente. Vogliamo parlarne, considerato che ci stiamo avvicinando alla
natura piu' celata dei <centri eterici>? <. All'inizio, era il
Verbo...> -dice la tradizione biblica. <..AUM, e' la nota che - emanata
dal Logos - costrui', mantiene in esistenza, e sgretolera' il tutto, quando esso
verra' <riassorbito> dalla Fonte Originaria.> - affermano i
Veda. Allorche' volle sforzarsi, sino all'acme delle sue possibilita'
spirituali, di giungere all'essenza del ciclo, o della forma, l'uomo riconobbe
il primo principio dell'esistenza: il suono; e, da qui, fu costretto a partire,
seguendo tre formulazioni, di immediata intuizione: - ogni cosa nasce dal
suono (o vibrazione); - ogni cosa <e'> suono (o vibrazione); - ogni
cosa provoca suono (o vibrazione) Il suono costituisce una gelosa e
privilegiata simbologia, in ogni religione ed in ogni filosofia del
pensiero. Dimostreremo - con relativa semplicita' - seguendo il tracciato
della scienza dei chakras, che - se anche e' sommamente vera la necessita' di
conoscerne il mistero, per proseguire nella strada dell'iniziazione, e' anche
frutto di grossa e primordiale carenza evolutiva tutto l'assieme di rituali -
nella prevalente ondata di scuole orientali ed occidentali - che si occupano di
<rivelare il Mantram liberatore> al discepolo; oppure, di donargli il suo
nome occulto. Ovviamente, non stiamo parlando di alcune Tradizioni
Metafisiche di alto lignaggio spirituale. Il vostro vero Mantram individuale
sarete in grado di realizzarlo, in primo luogo, seguendo - con partecipazione
attiva ed obiettiva - il dispiegarsi dell'argomento dei chakras, che stiamo
sviluppando; e, successivamente, con una oculate meditazioni su quanto verrete a
conoscere. Quindi, riusciremo a compiere un primo salto di qualita'
allorquando comprenderemo piu' a fondo l'immagine profondamente esoterica,
celata nel concetto che indica come <dio> si trovi <diluito>
nell'universale. Si tratta di riconoscere che ogni aspetto dell'essere
possiede le stesse caratteristiche, date - con veemente abitudine - al principio
unico. Ogni frammento dell'essere e': assoluto; e, quindi, privo di un
confine determinato ed ultimo; - pura vibrazione, o suono; - risultato, e
causa di altre vibrazioni E, parimenti, il concetto prosegue, indicando che
la mente umana - come non puo' raggiungere la raffigurazione dei limiti del
Tutto, cosi' non riesce a identificare l'esatto punto di connessione tra un
frammento del mosaico universale, e l'altro. Ci riportiamo, a questo punto
del dialogo, al noto e famigliare esempio dell'oceano e delle onde. E' pur
vero che ogni onda risulta - sempre - diversa dalle altre; ma, e', anche,
innegabile, che ognuna di esse - a piu' attento esame - non mostrera' mai il
punto di divisione tra se' stessa, l'oceano e le rimanenti ondulazioni della
superficie marina. In un certo senso, identificando l'onda al concetto di
materia, e l'oceano a quello di vuoto - o, anche, di spirito - ci e' di
aiuto riportare un brano del libro di Fritjof Capra - <Il Tao della
Fisica>: [..] Materia e spazio vuoto - il pieno ed il vuoto - furono i
due concetti, fondamentalmente divisi, sui quali si baso' l'atomismo di
Democrito e di Newton. Nella relativita' generale, questi due concetti non
possono piu' rimanere separati. Ovunque e' presente una massa, sara'
presente anche un campo gravitazionale, e questo campo si manifestera' come una
curvatura nello spazio che circonda quella massa. Non dobbiamo pensare,
tuttavia, che il campo riempia lo spazio e lo <incurvi>. Il campo e lo
spazio non possono essere distinti: il campo <e'> lo spazio curvo! Nella
relativita' generale, il campo gravitazionale e la struttura, o geometria, dello
spazio sono identici. Nella teoria di Einstein, quindi,la materia non puo'
essere separata dal suo campo di gravita', ed il campo di gravita' non puo'
essere separato dallo spazio curvo. Materia e spazio sono pertanto visti come
parti inseparabili e interdipendenti di un tutto unico.. [..] E chi non
riconosce in questa affermazione della fisica quantistica il concetto monistico
di unita' dello <spirito e della materia>? Il Tutto e' Uno. Noi siamo
costantemente condotti e sorretti dal <suono>, o <vibrazione>, in
ogni istante della nostra vita. Esattamente come in quell'esperimento della
fisica, con il quale, facendo assumere ad una sottile lastra di metallo un
regolare stato di costante ondulazione - o frequenza vibratoria delle sue
molecole - e versando sulla superficie del medesimo della sabbia, quest'ultima
si disporra' in alcune raffigurazioni stabili e costanti, seguendo le armoniche
del corpo piano, cosi' la nostra intera ed apparente <fisicita'>
rappresenta quell'assieme di sottilissimo pietrisco, coinvolta, coordinata e
condotta dalle <pulsazioni elettromagnetiche planetarie>, in ogni
dettaglio dell'esistenza. Il suono e la vibrazione sostengono il concerto della
manifestazione, esplicita ed implicita, soggettiva ed oggettiva, ovunque la
nostra immaginazione si possa spingere. Essi sono <il telaio> che soggiace
all'intera vita. E solo in un secondo tempo - quando lo sguardo dell'uomo
avra' polarizzato la sua attenzione sul diaframma elettromagnetico dell'essere -
anche l'apparente materia si mostrera' per quello che e': <musica
solida>. Dopo queste necessarie indicazioni, caliamoci nell'atmosfera piu'
aderente alle funzioni formali e biologiche dell'individuo comune. Anche qui,
sara' - comunque - necessario allineare la nostra analisi sulla vera natura di
una complessa esperienza esistenziale, che chiamiamo - in senso lato: percezione
della realta'. Faremo una panoramica sulle sottili radiazioni - o energie -
che la fisica moderna ampiamente riconosce, e sulla prioritaria importanza che
esse possiedono nei riflessi della quotidianita' umana, e non umana. Tuttavia,
sentiamo la necessita' - prima di affrontare l'humus, ove sprofondano le
radici dei <centri eterici> - di operare una distinzione precisa tra
<quello che riteniamo di sperimentare>, solitamente, e cio', invece, che,
in effetti, accade, quando viviamo la piena espressione di ogni nostra azione
psichica, o materiale. Tale distinzione e' necessaria, per farci acquisire
quello spirito di fusione e di partecipazione alla natura che ci circonda, tanto
da avvicinarci - infine - al miglior meccanismo di comprensione di questo
universo parallelo che stiamo investigando. L'uomo e la donna non sanno che -
operativamente, concretamente, sperimentalmente - essi partecipano - senza posa
- tramite la globalita' del loro essere, alla <creazione>
dell'universo. Essi stanno gia' <li'> dove credono di andare. E la loro
volonta' di unione e', in pratica, lo specchio appannato di una realizzata - ma
non sperimentata - fusione con il tutto. Ascoltiamo cosa dice, in proposito,
l'apice delle conoscenze sociali sulla fisica quantica. (ancora, da: "Il Tao
della fisica" - Fritjof Capra - Adelphi" ) [..] Nella fisica atomica,
quindi, lo scienziato non puo' assumere il ruolo di osservatore distaccato e
obiettivo, ma viene coinvolto nel mondo che osserva fino al punto di influire
sulle proprieta' degli oggetti osservati. John Wheeler considera questo
oinvolgimento dell'osservatore come l'aspetto piu' importante della
meccanica quantistica ed ha quindi suggerito di sostituire il termine
<osservatore> a <conpartecipatore>. Ecco cosa dice Wheeler: - "
Nel principio quantistico nulla e' piu' importante di questo fatto, e cioe' che
esso distrugge il concetto di mondo, inteso come qualcosa <che sta fuori di
qui>, con l'osservatore a distanza di sicurezza, separato da lastre di vetro
spesse venti centimetri. Anche quando osserva un oggetto cosi' minuscolo come un
elettrone, l'osservatore deve spaccare il vetro: deve entrare, deve installare
il dispositivo di misura che ha scelto. Sta a lui decidere se misurare la
posizione o la quantita' di moto. L'installazione del dispositivo per misurare
une delle due grandezze gli impedisce e gli esclude la possibilita' di
installare il dispositivo per misurare l'altra grandezza. Inoltre, la
misurazione cambia lo stato dell'elettrone. Dopo, l'universo non sara' mai piu'
lo stesso. Per descrivere cio' che e' accaduto, bisogna eliminare la vecchia
parola <osservatore> e sostituirla con il nuovo termine
<partecipatore>. In un certo qual modo, l'universo e' un universo
partecipatorio>. L'idea di <partecipazione, invece di osservazione>
e' stata formulata solo recentemente dalla fisica moderna, ma e' un'idea ben
nota a qualsiasi studioso di misticismo. La conoscenza mistica non puo' mai
essere raggiunta solo con l'osservazione, ma unicamente mediante la totale
partecipazione con tutto il proprio essere. Il concetto di partecipatore e'
quindi fondamentale nella visione orientale del mondo, e i mistici orientali
l'hanno spinto sino alle estreme conseguenze; fino al punto in cui osservatore e
osservato, soggetto ed oggetto, non solo sono inseparabili, ma diventano anche
indistinguibili. [..] Forse, comprenderemo, a questo punto, come <le
statue di ghiaccio>, del tutto ritratte da un qualunque coinvolgimento
amorevole verso la vita - timorose, come il bagnante che saggia, intirizzito,
l'acqua del mare, con la punta del piede - e che chiamano tutto cio':
<distacco>, <equidistanza spirituale>, <saggezza oggettiva dell'essere>, siano, in ultima analisi, delle anime ben giovani, piuttosto
che quei <saggi della montagna>, quali esse vogliono apparire a tutti i
costi. V'e' un punto esatto, uno snodo preciso ed identificabile alla visione
interiore, in cui il nostro io si scopre <cucito> indiscutibilmente
al tutto; e, proprio per tale ragione, l'unico distacco dalle cose che ci e'
concesso, e' una costante produzione di energia infiammata, che tonifichi e
ristabilizzi ogni nota dissonante, rendendola armonica e unita al cosmo; ecco,
un distacco dalla supina accettazione di una letargia ambientale; ma, non, di
sicuro, la mancata identificazione della nostra natura con qualunque
altra. Allora, cosa c'entra, quanto precede, con l'argomento che intitola la
nostra serie di saggi: i chakras? Vi accorgerete che non ci siamo allontanati
dal seminato, e che - forzatamente - era proprio da questa <curva
concettuale> che dovevamo, e potevamo, collocarci nell'ottica piu' adatta a
comprenderli. Per ritornare al famigliare esempio dell'onda - che coesiste con
le altre, riconoscendosi elemento intrinseco dell'oceano, assieme ad esse,
mentre, nello stesso tempo, le rimane impossibile identificare un qualunque
punto di separazione tra lei, le altre onde e l'intero mare - aggiungiamo che,
tuttavia, ogni onda - proprio in codesta situazione emblematica - inizia a
percepire, invece, un nuovo elemento guizzante, che appare, la', dove ci si
attendeva un nulla di fatto; una separazione di essenze; una distinzione precisa
tra le unita', minori e maggiori. Appare, allora, un germe di costante
fioritura espansiva, tra ogni elemento dell'essere; una gemma nascente, sulla
pianta dell'infinito procedere cosmico, quando due, o piu' <tensioni
universali> si manifestano, in maggiore, o minore contatto di espressioni,
nella Vita Una. Il risultato di due polarita' contrastanti (ma, non, in senso
distruttivo) produce un terzo elemento, come ben vedemmo, all'inizio del
presente assieme di saggi. Il mascolino ed il femminino - diffusi e pervadenti,
in modo universale, ogni aspetto del dettaglio e ell'integralita'dell'esere - sono gli innescatori di infinite scintille, che
determinano il proseguire ritmato della stessa manifestazione innata. Yinn,
Yang, Tao. Padre, Figliolo e Spirito Santo. I valori positivi, quelli
negativi, e lo <zero assoluto> che appare tra di essi.Proprio come
nell'universo stellato appaiono,quindi, le spore di nuovi mondi, appena
delineati, tra i gas delle comete e dei corpi galattici, per divenire - gia' li',dove il tempo e lo spazio ancora non esistono - semi di universi e di vita
complessa, e simile a quella che noi conosciamo abitualmente - cosi', senza che
molti di voi se ne siano accorti, noi ci siamo ritrovati -ora - nel vivo della
natura e della ragion d'essere dei chakras. Difatti, <l'idea> del
chakra - ma, nella sua <traccia indistinta ed informe> - e' proprio quella
del <seme di vita>, che costituisce il volano che connette ed amplifica
il rapporto tra due realta' opposte. E' il sommuoversi ed il prolungarsi di
nuove energie, che nascono dall'unita inflessibile ed incondizionata, tra
onda ed onda, e tra onda ed oceano, quando tale unita' viene posta <in
maggiore attrito>, da un rapporto spaziale e temporale. In poche e semplici
parole, il chakra (cosmico, planetario, umano) e' assimilabile al cardine di una
chiave che - girando su se stessa - collega due universi (personali, oppure
universali); che, da asimmetrici ed opposti, iniziano a <dialogare>
l'uno all'altro. Di scalino in scalino, stiamo avvicinandoci alla realta'
concreta che ci circonda d'appresso, ed ovunque, nell'ambiente in cui viviamo.
Il grumo di terriccio consolidato, che prendiamo nella nostra mano, e possiamo
frantumare, con la forza delle dita, in effetti si trova calibrato e sorretto
dalle leggi cosmiche innate, che abbiamo indicato - nelle linee essenziali -
sino a qui. Ci tocchera' attardarci ancora un poco in un necessario esame di
alcuni concetti della fisica quantica, prima di affrontare pienamente quanto -
forse - molti di voi attendono, con interesse: ossia, il dettaglio e la
particolare natura di quei vortici misteriosi d'aristocratica energia occulta,
che l'uomo possiede lungo la sua colonna vertebrale. Benche' il fatto disti
dalla sua piena consapevolezza, l'individuo vive in un universo che - malgrado
da lui venga percepito come <separato da se stesso>, < materiale>
<finito> ed <inerte> - e', in effetti, composto da una trama del
tutto unitaria ed energetica. Un universo - tra l'altro - che neppure dalla
fisica moderna e' controllato direttamente e pienamente, ma studiato
attraverso i risultati che le sue microscopiche particelle ultime
esprimono nei laboratori di scienza. Oggi, noi sappiamo per certo che la
materia e' composta da <gruppi quantici> di luce. Ossia, che fotoni - ed
altre particelle energetiche - formano gli atomi, che sono i mattoni ultimi
dell'universo conosciuto. Piu' del novanta per cento della sostanza
elettromagnetica che li costituiscono e' racchiusa nel nucleo dei medesimi.
Il quale contrasta - con la propria attrazione - la forza degli elettroni
che gravitano attorno ad esso. Viene detto, con illuminata intuizione,
che l'immensa velocita' di rotazione degli elettroni, attorno al loro nucleo,
provoca la <sensazione> generale di durezza e di solidita' della
materia. Resta, comunque, dichiarato e documentato che ogni <corpo
celeste>, compresa la terra ed i suoi componenti - coscienti ed inerti che
siano - non e' altro che <luce>, la cui trama si articola nei giochi e nei
chiaroscuri che la fisica moderna delle particelle ha, abbastanza a fondo,
studiato e scoperto. I cinque sensi dell'uomo fanno parte di questa grande e
complessa giostra di vita planetaria, solare e cosmica. Riteniamo opportuno,
a questo punto - per avvicinarci alla dimensione piu' inerente e piu'
accosta agli universi contemplati dai centri eterici dell'uomo - inserire un
saggio, che riguarda molte caratteristiche - del tutto scientifiche -
appartenenti ai vostri cinque sensi. Comprese le quali, voi potrete pervenire al
concetto finale che rivelera' quanto la <globalita' di essi> costituisca
<lo zoccolo>del tanto decantato e ricercato <sesto senso>. Il
saggio che proponiamo - pur occupandosi della <guarigione mentale> -
propone chiaramente i concetti che abbiamo, sin qui, esteso, come substrato e
matrice alla piena comprensione della natura dei chakras. Dopo di che,
affronteremo la descrizione del rapporto costante e vitale che - secondo le
rivelazioni dei Veda (e dello stesso Paramahansa Yogananda) - l'ambiente
circostante ha nei riguardi del sistema nervoso, della colonna vertebrale e del
sistema ghiandolare umani. Un rapporto che si estende al cosiddetto
<fuoco kundalini> dormiente, ed ai chakras occulti del corpo
eterico. Osservando le leggi della biologia si impara molto sulla natura
occulta dell'uomo. L'ottica ci suggerisce la verita' che ognuno di noi e' in
grado di creare un dipinto identico a quelli di Leonardo, o di qualunque altro
pittore conosciuto. La fisica del suono, invece, ci insegna che e' per noi
naturale, invece, riprodurre esattamente una sonata di Beethoven. Per quanto
possano sembrare paradossali queste affermazioni, cercheremo di dimostrarne
l'assunto. Ogni ambiente da noi frequentato, abitualmente o meno, e' visibile
solo perche' composto da particelle infinitesimali (i pacchetti di fotoni), che
ne sostengono e compongono la complessa intelaiatura. Gli atomi vibranti della
materia costituiscono le molecole; le molecole formano i corpi (gassosi,
liquidi e densi); i corpi, nel loro assieme, costituiscono l'ambiente. E' teoria
consolidata dalla scienza che l'atomo sia formato da particelle, antiparticelle,
nucleo, nuclone ed elettroni. Lasceremo da parte l'antimateria e le altre sue
componenti. Ognuna di queste costituenti, nel suo aspetto piu' essenziale, e'
un elemento della luce. I pacchetti di fotoni, viaggiando a 300.000 km. al
secondo, rendono attiva e vivente la sostanza dell'universo. Einstein non
riusci', tuttavia, a provare se la luce fosse un'onda, oppure un granello, con
una sua massa (sia pur debolissima). Torniamo, ora, al nostro ambiente. I
corpuscoli che lo costruiscono vibrano e viaggiano nell'etere, creando una
intricatissima rete di rapporti con il resto. Il semplice fatto di illuminare,
all'improvviso, una stanza crea un fenomeno complesso, per il quale si assiste
ad una catena di azioni e reazioni molto interessante. Ossia, dalla lampadina
vengono emessi dei fasci di elettroni (luce allo stato puro), i quali si
espandono a miliardi, andando a colpire gli atomi dell'ambiente e ponendoli in
stato di aumentata vibrazione; questi, a loro volta, producono dei "salti
quantici" nelle loro orbite; o, addirittura, scambiano elettroni con altri
atomi; e così via. E la luce originaria aumenta di intensità, grazie al processo
dello scontro tra elettroni di atomi diversi. In effetti, la luce della
lampadina non e' la sola responsabile dell'illuminazione dell'intera stanza. Ma
e', invece, il principale reattivo di nascita d'altri raggi luminosi. Ad
esempio: quando essa va a colpire una poltrona, noi riusciamo a vederne la
struttura ed i colori solo in quanto riceviamo nella retina i raggi luminosi
(sotto forma di elettroni puri) che gli atomi dei braccioli, del tessuto, dello
schienale, ecc.. inviano ai nostri occhi, in reazione al campo energetico emesso
dalla lampadina a soffitto. Tuttavia, la vista ha, tra le molte, un'altra
funzione. Ossia, in un rapporto diretto con il sistema cerebro spinale, essa
raccoglie nella retina la sintesi dei raggi luminosi della poltrona e ne
riproduce forma e colore. Di conseguenza, quando noi passeggiamo in una
profumata e splendida campagna primaverile, tra lo stormire delle fronde e lo
schiamazzo colorato di un immenso campo di papaveri rossi, la visione di tutto
questo incantevole scenario non e' l'originale, bensi' cio' che ricostruiamo
esattamente, a causa del processo di elaborazione naturale del sistema cerebro
spinale, sincronizzato con i nervi ottici della retina. Cosi' e' per la campagna
primaverile; ma, lo e' anche per il giornale che leggiamo; per il panorama che
osserviamo dalla nostra finestra; per il quadro di Van Gogh che contempliamo nel
museo. Non e' il quadro di Van Gogh che noi ammiriamo; ma, semplicemente la
riproduzione di esso, che la nostra retina ci propone, con quella ricchezza di
particolari, di angolazioni, di colori, ecc.. E' il nostro profondo
iperconscio che, giorno dopo giorno, ridipinge, grazie alle leggi dell'ottica,
la natura che ci ospita, e tutto ciò che di essa conosciamo, utilizziamo,
vediamo.. Insomma: e' la nostra mente la prima ed unica costruttrice del
mondo in cui viviamo; del nostro mondo personale. Lo stesso procedimento avviene
per il suono. La struttura interna del nostro orecchio e' mirabilmente composta
da una serie di strumenti fisici (chiocciola, timpano, tamburo, ecc..), adatti a
ricevere le onde sonore che si propagano nello spazio, e da esso giungono a
noi. La membrana sottilissima che possediamo nell'organo viene colpita dalle
modulazioni dell'etere esterno e, a sua volta, ne riproduce le lunghezze d'onda.
Il rumore di un treno che si avvicina, la melodia di un canto di usignolo, lo
scrosciare della pioggia, la voce di chi ci parla sono compressioni dello spazio
che agiscono sulla membrana interna dell'orecchio e ne fanno nascere una
reazione vibrante simile a quella che la provoco'. Non e', quindi, la canzone di
Adriano Celentano quella che rallegra il nostro animo, ma la riproduzione che il
nostro sistema nervoso ne fa, utilizzando il gli strumenti fisici del nostro
udito. Insomma, la Quinta di Beethoven possiamo ascoltarla soltanto ricreandola
con una delle funzioni del nostro meraviglioso sistema nervoso. Quanto appena
indicato serve non gia' ad esaurire le descrizioni delle incredibili facoltà del
nostro inconscio (sia esso psichico, che biologico) quanto a farci penetrare in
un'atmosfera molto piu' sottile: quella delle potenzialita' dell'uomo; adoperate
quotidianamente da lui, ma a lui sconosciute. Vogliamo affrontare,
nell'articolo, i risultati che ognuno di noi puo' ottenere agendo sulle pulsioni
della sua psiche (timori, angosce, gioie, creatività, complessi..), mentre fa
leva sui propri meccanismi mentali piu' reconditi. Non toccheremo, quindi, le
altre facoltà dell' "uomo radiante", che servono a provocare fenomenologie di
piu' vasta portata. Osserviamo, un attimo, allora, quella fedele, stabile,
crudele angoscia che preme nel vostro mondo soggettivo in ogni attimo della
giornata; quando vi trovate al lavoro, o ridete in mezzo alla gente, oppure nei
vostri soliloqui costanti. Essa non e' sostenuta da particolari ragioni
razionali. E' nata, di certo, da una causa provocatrice; poi, si e' stratificata
su di uno sfondo interiore preesistente, e, da li', continua ad unirsi al
"coro muto" di tutta una turba antica di altri complessi. Cercheremo le cause
di questi timori inconsci? No, di certo. Esiste una vasta letteratura
psicologica che se ne occupa. Vogliamo solo indicare alcuni meccanismi che
uniscono le vostre angoscie alle facolta' mentali iperconscie dell'individuo e
ne potenziano i valori. E, di conseguenza, darvi la possibilità, all'inizio
almeno, di osservarne i ritmi esatti e celati di azione; in seguito, di
eliminarle. Alcune leggi vanno, qui, indicate: - Ogni sensazione di
benessere e di malessere nasce nel nostro campo mentale e viene sostenuta ed
alimentata costantemente in esso; - queste sensazioni non sono casuali; ma
riprodotte e tenute in vita, secondo dopo secondo della nostra esistenza
quotidiana, da una nostra volonta' interiore, anche se inconsapevole; - un
istinto di instabilità latente (derivante da complesse ragioni psichiche) rende
arduo ogni nostro intervento su di esse. E' come se fossimo affezionati ai
nostri timori e credessimo che il vangelo delle loro tacite affermazioni
energetiche sia piu' sacro della nostra serenita'; - esistono, nel campo
elettromagnetico della nostra persona, uno o piu' punti di tensione, che la
nostra volonta', e solo la nostra volonta' (anche se inconscia) tiene in
costante vitalizzazione; - Questi punti di tensione sono le radici di ogni
stato di benessere e di malessere individuale. Nel tempo e nello spazio le
strutture di cui parliamo tendono ad aumentare e a divenire vere e proprie
patologie; di conseguenza, come l'individuo focalizza costantemente i punti di
tensione mentali responsabili di ogni suo malessere egli puo' smettere di farlo,
ad ogni momento della propria esistenza, cessando di nutrire, a livello
inconscio, le cause della sua infelicita'. Codeste sono affermazioni che non
dovrebbero essere sottovalutate. Costituiscono la base di ogni sistema di
guarigione esoterica e si uniscono ad ampie verita' tradizionali
metafisiche. Suggeriamo, di conseguenza, al lettore di adottare il metodo del
training autogeno, o del rilassamento attivo, o della meditazione per recuperare
intelligentemente il controllo delle sue pulsioni inconsce. E' molto piu' facile
di quanto sembri localizzare in se' (nella sfera elettromagnetica del proprio
corpo mentale) questi punti di tensione responsabili degli umori nefasti che ci
rendono dolorante la vita quotidiana. Uno dei metodi migliori per liberarsi
da questi nuclei di energia rappresa nella sfera del nostro campo radiante - una
volta localizzati - e' quello di <cessare di nutrirne l'incessante
pigolio>. Distogliere l'attenzione da essi (affrontati uno per volta) non
significa solo staccare il proprio cordone ombelicale energetico dalla causa
del nostro malessere, quanto concentrare la propria attenzione su un nuovo
elemento reagente che ne rimpiazzi l'esistenza: ottimismo, serenita',
costruttivita', ribellione alla stasi, amore per l'esistenza.
"Non si scaccia l'oscurità da una stanza a colpi di scopa; ma, aprendo le finestre
al giorno.."
Da quanto enunciato sinora, si evincono i seguenti
concetti-sintesi: - Le leggi che regolano la forma - in ogni sua
manifestazione ideale e concreta (rammentiamoci che <forma>, in termini
metafisici, e' quanto diverge dall'assoluto inconcepibile: il tutto) - sono
innate, e provengono, per cosi' dire, da precedenti confini dell'esistenza, mai
raggiungibili, nella loro ultima radice; - Il moto increato produce delle
costanti pressioni, o contrasti, con la materia universale, producendo tre tipi
archetipici di elettricita' cosmica; - Per fare questo, si <ammanta> di
un aspetto individuale e cosmico - il <numero uno> - che produce la
triplice maschera di se' medesimo; - Tale legge puo' venire evidenziata e
riconosciuta nell'ovunque, sia del microcosmo, che del macrocosmo; - E' stata
tramandata, nel ricordo storico umano, e grazie alle religioni ed alle filosofie
universali, sotto il velo di simbologie, che parlano del Tutto-Uno (Tao,
incomprensibile, ma percepipible), del Logos (la Divinita' personale), e delle
sue tre emanazioni (positivo, negativo e polo di derivazione comune ad essi;
Padre, Figliolo e Spirito Santo.); - Esiste - di conseguenza - un
<nucleo> nevralgico, che si ripete in infiniti pulviscoli di
manifestazione, li' dove appare la vita (ossia, ovunque); un nucleo che
evidenzia ogni <incrocio di forze>; - Esso e' <il principio
astratto> che si incarna e si rivela, sotto la complessa ed esoterica natura
dei chakras, nell'uomo: perfetta sintesi cosmica di ogni alfa ed omega; -
La vita universale consiste, di conseguenza, in un <entele>, o matrice
unitaria, che - apparentemente - si esprime alla coscienza umana in costanti
dualismi: solido ed energetico; spirito e materia; denso e fluido. Tuttavia,
l'apice della realizzazione di ogni razza planetaria e' di ricondurre le proprie
facolta' a identificare se stessi in un'onda indifferenziata del mare della
Vita; - E' da questa dimensione, e solo da questa, che si puo' entrare
nell'ottica privilegiata di comprendere cosa siano <i centri eterici>
dell'uomo; di studiarne le componenti; e di procedere a comprenderli, come
<snodi> aristocratici, che mettono in evidenza strategica l'unione
dell'individuo, con ogni cosa universale. Nel libro <Autobiografia di uno
Yoghi> - di Paramahansa Yogananda - edizioni Astrolabio (che invito ogni
lettore a leggere, per approfondire quanto non si puo' - evidentemente - esporre
in sintesi, come quella che leggete) si parte da un'affermazione fondamentale,
che giustifica l'indiscutibile e <scientifica> possibilita' del Kriya
Yoga a dotare chi lo pratichi di un volano evolutivo, dalla potenza
inimmaginabile: <.L'essere umano - secondo il piano divino, su questa
terra - deve attraversare il ciclo vedico di un milione di anni, frammentate
in reincarnazioni personali, di buona salute e di armonioso e retto vivere,
per raggiungere la meta, prevista nei suoi riguardi, da Dio: ossia,
la <conoscenza diretta del Suono Originario.> Cosa vuol dire, cio'? Riferiamo, allora, ai principi della tradizione esoterica, esposti all'
inizio del saggio: - Ogni cosa nasce dal suono (vibrazione) - Ogni e'
suono (vibrazione) - Ogni cosa produce suono Dopo avere studiato l'ampio
intervento della fisica moderna, sulla natura di tutta la materia, intesa come
<pacchetti quantici di luce (o vibrazione, o energia pura); e dopo esserci
riferiti a cio' che simbolicamente insegnano le Scritture Sacre dell'Occidente
(.."In principio era il Verbo - o Suono" ..) e quelle Orientali ("..Dall'AUM
procede ogni cosa, e nell'Aum ritorna.." - ossia, nei tre tipi di energia
rappresentati nel sacro termine) resta solo all'intuizione del lettore
riconoscersi in una natura non separata da tutte le cose, e, in piu', dal
carattere fluido, e non statico e materiale. Non potremmo aggiungere altro, a
quanto detto, se non l'esortazione di non farsi coinvolgere dalla
<cecita'> dei suoi cinque sensi, e di non restare in questa attuale
forma di paralisi coscienziale, che gli proibisce una visione di Dio, piu'
diretta e indicibile. Yogananda - e tutta la Sua Scuola - fa sovente riferimento
al <Suono> di Dio, nella natura. Ma, tale riferimento non e' - come
potrebbe testimoniare chiunque abbia amato i suoi scritti - un'indicazione
mistica e simbolica. Ogni kriyaban, che sinceramente abbia praticato la Sacra
Scienza sino in fondo, realizza che Dio e' pure una Sacra Vibrazione, che
adopera - come strumento attraverso cui emettere la sua potenza - l'intero
pianeta che abitiamo, e l'universo. Dolci, struggenti ed ineffabili sono gli
attimi in cui il kriyaban si <sincronizza> con il Suono di Dio, che
pervade l'universo, e riconosce la Voce del Signore nei minuti frammenti
della vita, e nella vita, complessiva. E' evidente che Dio non
e'<soltanto> Suono; ma, anche, indicazione, Amore, Rifugio e Perfetta
Estasi. Ma, tutto cio' lo si raggiunge prioritariamente quando la propria
essenza si e' talmente identificata nell'AUM universale, da vibrare intensamente
in quella Eco, proprio come il violino di Paganini diventava vivo e magico,
nelle sue mani. Ecco, nella seconda iniziazione Kriya, il neofita impara,
appunto - ed e' quasi forzato a farlo - a riconoscere quella vibrazione che e'
celata in ogni suo chakra eterico. Da qui, poi, riuscira' - man mano - a
rintracciare la vibrazione del Grande Chakra Divino, che e' il pianeta stesso.
Cosa intendeva dire Yogananda, quando affermava che - secondo la millenaria
rivelazione dei Veda -l'uomo deve <percorrere, con il carro a buoi della
evoluzione naturale> la faticosa strada reincarnativa - e per un milioni di
anni reincarnativi - prima che la <sua coscienza cerebrale>
possa riconoscere il Suono di Dio, nell'ovunque? Riprendiamo, a questo punto,
il dialogo che la scienza moderna - fisica e biologia - fanno tra di esse, per
trovare la connessione esatta che l'uomo ha, con il proprio ambiente. E
facciamolo, senza dimenticarci che - in linea di massima - tale dialogo non
diverge con le conoscenze tradizionali dell'antica India. Quali sono le
innate e potenziali risorse dell'uomo, che lo fanno somigliare ad un battello di
legno pesante che, senza il traino di una vela invisibile e gonfia di vento e di
tensione, non potrebbe procedere lungo il tratto di mare su cui si
trova? Sembra quasi che un'antica maledizione continui a pesare su di lui:
quella della testarda sua volonta' di dipendenza dalla vita e dalle forze
esterne a lui. <Quanto mi piacerebbe saper suonare uno strumento!.> -
molti affermano. E, nel frattempo, il loro sistema nervoso ri-crea le
meravigliose melodie del film che stanno guardando in TV. <Come vorrei
essere capace di ridipingere la bellezza nevosa e montana di
quell'orizzonte!> - dicono, mentre non si accorgono che, grazie alle
capacita' subconsce del loro sistema ottico, stanno proprio osservando un
quadro, da essi riprodotto, che <rispecchia> quanto osservano, in quel
momento. Ci pensate? Ci avete mai pensato?. E' impossibile a voi tutti
continuare a <sussistere> su questa terra, senza trovarvi ad essere -
magari inconsapevolmente - dei poli catalizzatori e creatori, che afferrano,
attimo dopo attimo, un frammento invisibile della complessa realta'
circostante, e ne rilanciano il bandolo ad altre gomene. Ognuno di noi e'
continuamente colpito e traversato da raggi cosmici (ad esempio, i
<Millikan>), capaci di forare una spessa lastra di piombo. E credete che
essi non lascino delle tracce sul nostro sistema nervoso? Ecco.. il sistema
nervoso... Ancora la <luce>, o - se volete - l'elettricita' pervade
qualunque granulo di cosiddetta materia biologica. Il tatto - ossia il senso
che ci fa percepire una qualunque reazione da tangenti esterne, le quali vengano
a sfiorare, oppure a premere, con piu' o meno violenza, il nostro organismo
fisico - percepisce <l'onda di scorrimento> di miliardi e miliardi di
corpuscoli <di luce> che scorrono lungo il nostro sistema nervoso
simpatico, raggiungono il cervello; e vengono rielaborati da
esso. Immaginate, allora, ogni individuo, animato oppure apparentemente
statico, che si trovi immerso in questo caleidoscopio di forze; che sia
costretto - ancora - a rielaborarle, tramite il suo organismo; e che lo faccia
-per la maggiore - inconsapevolmente. Sarete costretti, allora, ad accettare
la verita' che esiste un <Piano> sottile e imprescindibile, tramite il
quale, le creature del pianeta (e delle altre galassie sconosciute), per una
parte iniziale del loro cammino evolutivo, sono <trainate> e
<plasmate> da una costante e complessa forza d'urto energetica, che li
coinvolge .- da qualunque direzione - in una lenta e progressiva fioritura
evolutiva. Un'evoluzione che - per quanto riguarda l'animale e l'uomo - ha,
come punto di riferimento, il loro sistema nervoso. Ed e' proprio a questa
<forza d'urto> che si riferisce Paramahansa Yogananda, quando afferma che
il risultato finale di essa - dopo un milione di anni reincarnativi - rendera'
la materia, oggetto della sua azione, tanto diafana e traslucida, da permetterle
di trasformarsi in cassa armonica risonante, nei riflessi del Suono
Primordiale, da cui essa deriva. Ricordate?: - Ogni cosa e' suono -
Ogni cosa deriva da suono - Ogni cosa emette un suo particolare suono; ossia,
crea, a sua volta, altri suoni. Nel nostro caso, della materia restera' solo
<la sua anima eterna>; e tale <soffio ultimo dell'essere>
testimoniera' una delle leggi universali dell'essere: ossia, riconoscera' di
essere vibrazione, nata da Vibrazione. Essa, allora, tornera' al Padre; al
Verbo. All'AUM primordiale. Se, allora, esiste l'energia, quale componente
fondamentale dell'essere; se, la medesima, assume la duplice forma di
<coagulo> e di <onda>, come affermano le ultime scoperte della
fisica quantica (oltre che le rivelazioni dei Veda) ; se non esiste il vuoto, o
la separazione tra ogni costante della vita universale - o, se
vogliamo, tra le onde dell'oceano; e se, di conseguenza, il rapporto tra le
unita'apparenti causa sempre una <scintilla vitale> (il tao, inteso come
<via>), ne consegue che l'uomo dovra' accettare - almeno teoricamente,
all'inizio - che tali scintille vitali siano presenti anche della sua sfera
individuale d'espressione quotidiana. E siamo giunti, infine, <..a riveder
le stelle.>. Siamo arrivati, dopo un forse complesso itinerario, a
dimostrare la necessaria esistenza dei <centri eterici> lungo la colonna
vertebrale umana. Solo che dovremo fare una chiara differenza tra quel <germe
di astrazione pura>, che rappresentavano - sin qui - i chakras, intesi
come <elemento di connessione universale> delle infinite giunture
cosmiche, e quelli che ognuno di noi possiede, a corredo del suo <corpo
sottile>. Nel nostro caso, e' necessario parlare di una Gerarchia divina,
che correda e guida ogni cosa, sul pianeta, nelle direzioni volute da
Dio. Come i nostri arti si sono formati - non certo a caso - mentre erano
sottoposti alle esperienze evolutive, lungo i milioni di anni che coprono
l'evoluzione umana, cosi' i chakras si sono modellati e costituiti,
<all'interno> dell'umanita', seguendo una volonta' demiurgica ineffabile.
E, visto che il sistema nervoso rappresenta il <canale di minor
resistenza>, dove le energie del cosmo si annidano ed agiscono, avendo
trovata la loro controparte ideale, nell'uomo, ecco la ragione inoppugnabile per
la quale i chakras sono collocati lungo la colonna vertebrale. Vedremo,
ancora, quali rapporti abbiano i sette centri eterici con le sette ghiandole del
sistema endocrino umano. Molti studiosi delle <cose arcane> hanno una
speciale tendenza a privilegiare l'idea che il sistema di rivelazioni in cui
hanno avuto la buona sorte di penetrare li renda diversi e piu'
<aristocratici> del restodel mondo. Ad esempio, camminando per le
strade affollate della loro citta', sovente ritengono di <possedere solo
loro> dei <centri eterici funzionanti>, visto che li hanno si' bene
studiati nei testi tibetani, oppure esoterici. O ritengono di essere entrati
in una sfera di dominio energetico, che permettera' loro - almeno potenzialmente
- di indossare <gli stivali delle sette leghe>, distaccando di gran lunga
- sempre grazie a quelle nozioni che gestiscono - il resto della "argillosa
umanita'>, che, invece, <non sa>. Il giornalaio, presso la cui
edicola comprano, ogni mattina, il quotidiano; il conducente dell'autobus; il
gruppetto di persone che entrano in un negozio di alimentari; il proprio capo
ufficio. sono persone quasi al di fuori del panorama occulto della vita. Per
essi, non e' vitale e valido il fatto che posseggano un <corpo eterico>,
ne' tanto meno una natura cosmica. Eppure, non e' cosi'. Ad esempio, avete
mai pensato quale siano le fonti che danno, innegabilmente, un valore - oramai
appurato anche in occidente - all'agopuntura?. Perche', oggidi', esistono
centinaia di centri attivi di questa medicina antichissima, nelle citta'
europee, dai quali si ottengono delle incredibili guarigioni? Ci
ritroviamo, nel nostro caso - e pochi ci hanno pensato (salvo gli addetti ai
lavori) - nel pieno universo dei <centri eterici>, veduti in una delle
loro poliedriche variabili: la capacita' di guarigione dell'uomo, e della sua
armonizzazione con il cosmo. Daremo - statene tranquilli - la descrizione
<ufficiale> dei chakras, piu' avanti, nel saggio; ed amplieremo le loro
risonanze, facendo <defluire> l'azione di quelli maggiori, nel sistema
ghiandolare umano. Parleremo dei loro <suoni e colori>; del loro
esatto punto di collocazione sulla vostra colonna vertebrale; della sincronia di
alcuni di essi, con i corrispondenti organismi invisibili dell'individuo. E
della funzione importante e fondamentale che hanno, durante la meditazione
trascendentale. Inoltre, la descrizione che ne riporteremo sara' quella che
insegna Paramahansa Yogananda, nelle Lezioni originali che ha donato
alla Self-Realization Fellowship. E, gradatamente, l'intero argomento
dimostrera' come il Kriya Yoga sia - in effetti - la via piu' diretta e
piu' armoniosa allo sviluppo dell'uomo, studiato - tuttavia -. come
<snodo> mirabile, tra i due universi paralleli, che sono il mondo
materiale e quello cosmico. Tuttavia, molto vi aiutera' la lettura del prossimo
brano, che ha come argomento l'agopuntura. Tenete solo presente che <il
migliaio di punti>, disseminati lungo la superficie del corpo umano, di cui
parleremo, non sono altro - ne'piu', ne' meno - che centri eterici, o chakras.
Certo, la loro descrizione differisce da quella <classica>, e che riempie
i testi appositi sulla meditazione trascendentale, tibetana ed
orientale. Essa non e' coordinata e sintetizzata nell'aristocratica cornice
dei <sette centri maggiori>, a cui si fa quasi sempre riferimento, e degli
altri <minori>. Tuttavia, a noi preme che - prima di ogni cosa -
voi afferriate bene il diffuso principio dei <punti catalizzatori>, di cui
abbiamo gia' parlato, che l'uomo possiede in se', e che lo collegano al vasto
piano delle energie cosmiche. Compreso cio', potremo entrare con maggiore
facilita' nella <classica> spiegazione dei centri eterici, propriamente
detti, e studiati con le loro precise <catalogazioni> note.
* L'agopuntura e gli HSUEH (i centri
eterici su cui agisce) *
La donna cinese appariva sdraiata su di un lettino
bianco d'ospedale; era sorridente e mordeva con gusto una rossa mela. Davanti a
lei, un medico cinese. A questo punto del documentario la macchina da presa si
spostava e mostrava alcuni sottilissimi aghi, inseriti in certe parti del corpo
della donna.. Continuava a spostarsi, e lo spettatore occidentale restava
allibito! Quanto non si era visto sino a quel punto si mostrava. Due mani
esperte erano intente ad estrarre dal ventre della donna - sottoposta a parto
cesareo - una piangente creaturina, appena entrata in questo nostro mondo.
Stiamo parlando di un documentario originale della Cina, ancora comunista,
sull'agopuntura, quando quest'ultima non era cosi' nota. Era la dimostrazione
che, agendo su punti normalmente invisibili del corpo era possibile,
addirittura, provocare, senza alcun dolore, un parto cesareo. Ma, da millenni,
la Cina conosceva il segreto di energie, e delle loro leggi, che costituiscono
la trama celata della natura. Mentre, da oltre un secolo, le Università di quel
Paese insegnano, con regolari docenze, successive al diploma della scuola media
superiore, l'arte dell'agopuntura. Esistono testi sull'argomento che risalgono
al 400 avanti Cristo, anche se si ritiene che tale arte abbia più di 3.000 anni.
Analizzare la stupenda simbiosi che i cinesi hanno riscontrato tra il cosmo e
l'uomo; tra i suoi organi e le forze che scorrono sulla sua pelle e'
semplicemente affascinante. E, soprattutto, e' il riscontro di una serie di
effetti pratici e sperimentali, che legano azioni, dall'apparenza irrazionale, a
risultati costanti ed inequivocabili. Come nel caso appena riportato, in cui
alcuni aghi sottilissimi, inseriti (in modo assolutamente indolore) in certi
punti specifici del corpo umano, riuscivano ad anestetizzare completamente un
individuo. Oggi, con le scoperte recenti della fisica atomica, si e' tolto ogni
valore alle teorie dualistiche della materia-forza, che dominavano
incontrastate l'Europa, sino a pochi decenni fa. La fisica delle particelle non
fa distinzione alcuna tra i due poli dell'esistenza. Non e' piu' possibile
continuare a definire, in senso assoluto, come nell'era del meccanicismo
scientifico, pesi, lunghezze, tempo. Le ricerche di Einstein, Planck, Withehead,
Jeans hanno dimostrato che queste misure possono, in determinate occasioni,
estendersi all'infinito, o ridursi a nulla. Ed ecco perche' i cinesi hanno
concepito il mondo, da sempre, in maniera taoista e monistica. Essi considerano,
difatti, l'esistenza come il bilanciarsi costante di un triangolo, ove risulta
impossibile districare la linea di separazione tra la materia (YINN), l'energia
(YANG) e l'ente che li riunisce (TAO); tra il Cosmo infinito, l'individuo che ne
fa parte ed il legame fra i due. Vedrete, quindi, che Scienza Moderna e Scienza
Antica iniziano a mostrare dei paralleli molto interessanti. Solo che quella
antica ha ottenuto dei risultati concreti e vistosi applicando con semplicita',
osservazione ed immediatezza le teorie che stiamo esaminando (come nel caso
dell'agopuntura). L'agopuntore annette, di conseguenza, eguale importanza
alle manifestazioni fisiche e psichiche di una malattia e le considera,
necessariamente, interdipendenti. Egli cerca di pervenire a cio' che si trova al
di la' dei sintomi, sia fisici che psichici, intesi come indicazione di
disarmonia tra l'universo e l'uomo. L'agopuntura, da un certo punto di vista,
rappresenta lo sviluppo, ad un grado eccezionalmente avanzato, di una diagnosi
basata sullo stato e sulla natura energetica della pelle. Nel corso dei molti
secoli in cui venne praticata l'agopuntura e' stato osservato che esistono circa
un migliaio di punti disposti sulla superficie corporea (e rintracciabili, oggi,
con i moderni strumenti dell'elettronica); ciascuno del diametro di quasi tre
millimetri che, durante la malattia, divengono sensibili alla pressione. Ogni
singola malattia puo' interessare un unico punto, o più punti, e i diversi
raggruppamenti differiscono da caso a caso. Questi punti non li vediamo
isolati tra di essi, ma disposti in fila, lungo dodici linee - dette meridiani.
Ciascuna linea e' associata ad un organo interno, e disposta lungo degli assi
longitudinali del tronco, o degli arti, per terminare alle estremità delle dita
e delle mani. I punti dolenti che rivelano la sofferenza di un determinato
organo sono collocati sul percorso del meridiano di quel dato organo. Per
esempio, il "meridiano del cuore", che rappresenta la funzione cardiaca,
percorre la faccia interna del braccio. In quasi tutti i disturbi cardiaci - e
particolarmente dell'angina pectoris - il dolore segue il percorso di quel
meridiano. Indichiamo ancora che l'energia fondamentale umana, trattata e
scoperta dall'agopuntura, segue un flusso di 24 ore, nello scorrere lungo i
meridiani ed e' legata alle stagioni, ai cinque Elementi esoterici (Legno,
Fuoco, Terra, Metallo, Acqua) e ad un complesso studio ciclico dei rapporti che
le leggi universali hanno con l'uomo. L'agopuntura cura, tradizionalmente, quasi
ogni tipo di dolore; e, poi, l'acne, gli ascessi, l'apoplessia, le congestioni
cerebrali, le paralisi facciali, le anemie, le infiammazioni, i reumatismi, la
sordita' non senile, l'epilessia, l'ipertensione, la depressione mentale, le
cistiti, le gastriti, le malattie dello stomaco, le ovariti, l'asma,
ecc.. Ma, passiamo, adesso - e finalmente - a considerare, dal punto di vista
consueto, i centri eterici. Per cominciare, daremo una descrizione molto
sintetica della struttura elettro-magnetica di ogni cosa - animata ed inanimata
- che ci circonda. In cio', seguendo la tradizionale conoscenza che ci proviene
dalla letteratura piu' fondata e seria degli studi occidentali dell'ultimo
secolo, riguardo ad essa. Si trattera' - lo ripetiamo - di un semplice ed
iniziale schema; chiamiamolo <fiduciario>, da parte vostra. Esso
riproporra' quanto si conosce del <piano eterico>, dei <nadis> e dei
chakras. E servira' da comodo canovaccio, per i nostri ulteriori
approfondimenti. Il numero dei chakras considerati e' quello fondamentale di
settantasette; ovviamente, si tratta dei <vortici> maggiori di
connessione, tra l'uomo e l'universo. Degno della vostra attenzione, infine,
resti il fatto che i centri eterici sono legati a delle funzioni di
sviluppo della razza umana, nel suo complesso. Come vedremo.
* CORPO ETERICO *
- Leggi fondamentali - Ogni particella
dell'aspetto solido, liquido, gassoso, visti come tutt'uno, e' galvanizzata,
condotta, sorretta da una corrispondente massa invisibile di energia
sottostante, piu' elastica e, percio', piu' adatta a costituirne il sottostrato
vitale; l'insieme di queste masse e' il corpo eterico planetario. Esso si divide
in quattro gradi di rarefazione progressiva, tanto che, sia il fiore, che la
montagna, che ogni altro postulato tangibile del Pianeta, possiede il suo corpo
eterico, il quale e' unico ed indissolubile, per tutte le componenti del
creato. Iniziamo a studiare, dal punto di vista umano, tale organismo
sottilissimo e vitale. Ad occhio del chiaroveggente, l'uomo appare "inguantato"
da una luce fosforescente, che si staglia a circa cinque centimetri dalla sua
pelle; ma, in ogni caso, lo interpenetra, integralmente, sino alle piu' intime
sfumature dell'apparato visibile (luce da non confondersi con <l'aura>"
luminosa degli altri organismi invisibili). In ordine ritmico, sul corpo eterico
sono posti settantasette punti nevralgici di energia fremente, esattamente la',
ove l'energia del più vasto blocco planetario vi si unisce, per determinare le
funzioni vitali alla biologia organica. La piu' o meno avanzata evoluzione
dell'uomo fa si' che i suddetti vortici (o chakras, in linguaggio indiano),
siano sopiti, appena risvegliati o, addirittura splendenti; quindi, portatori
dei relativi poteri occulti innati, che da essi derivano. Vi sono 49 chakras
inferiori, 21 minori e 7 maggiori. Noi ci occuperemo solo di questi ultimi,
poiche' gli altri riguardano unicamente chi si voglia specializzare nel ramo.
Sono, difatti, il retaggio evolutivo che noi conserviamo, frutto dell'esperienza
del sistema solare passato. Cinque di essi sono visibili, a due pollici di
distanza, lungo la spina dorsale di ognuno di noi; tre, si trovano nella testa.
Come il cervello e' diviso in diverse zone di comando, le quali si occupano di
una determinata e differente funzione essenziale, nei riguardi dell'intero
apparato nervoso dell'individuo, tanto che abbiamo la zona dell'appetito,
l'erotica, l'intellettuale, e cosi' via, e tanto che, se ne lediamo una,
cessera' la fame, la sete, si perverra' all'idiozia, cosi' i sette punti
occulti, alla media umanita', sono legati ad altrettante funzioni ghiandolari
dell'individuo. Il corpo eterico si divide in tre parti: l'involucro
propriamente detto, la sua composizione di milioni e milioni di segmenti
energetici (chiamati "nadis", o condotti vitali, dall'antichissima
letteratura indiana) e l'essenza vitale che scorre attraverso di esso,
aroma sostanziale dell'ampio TUTTO. I cultori riconosceranno in questa essenza
vitale il "prana", che tanta importanza ha nella scienza della respirazione
indiana. Dal punto di vita biologico, il corpo eterico, propriamente detto, ha
la sua materializzazione nell'organicita' inerte dell'uomo; i nadis, si
oggettivano nella meravigliosa complessita' del sistema nervoso; il prana ha la
sua corrispondenza materiale nella corrente sanguigna. Leggendo la descrizione
di tali apparati, maggiormente per quanto si riferisce ai chakras, molta
luce verra' fatta nella mente dello studente che si interessi dei vari metodi di
guarigione esoterica, quali, ad esempio, l'agopuntura cinese. Chi abbia una
certa esperienza in medicina sa quanto il sistema glandolare sia importante
allo sviluppo dell'individuo, in seno alla società . Non solo la salute fisica
dipende da un armonioso sistema endocrino, ma, anche, la psichica e la morale.
Ora, ognuno dei sette maggiori punti nevralgici occulti si manifesta e si
esprime, materialmente, attraverso una delle ghiandole più importanti. E, dalla
ghiandola, estende la sua nota dominante a tutto l'insieme degli organi che
quella comanda. Il rapporto tra il chakra e i tre corpi sottili dell'uomo, in
più o meno sintonica fusione con l'anima, influenza i liquidi ormonici
(secrezione glandolare), i quali, attraverso il sangue, raggiungono il sistema
nervoso e l'organico, permettendo all'uomo di manifestarsi nel mondo, sia come
genio, sia come idiota. Elena Petrowna Blavatsky dice, a proposito, che la
differenza tra un uomo dell'eta' della pietra e tra un Maestro di Saggezza -
se consideriamo, anche, le causali di profondo ordine metafisico - stanno,
tutte, nel loro diverso sistema endocrino. Ma, non dimentichiamoci dei rapporti
strettamente occulti che l'individuo puo' ottenere quando egli e' padrone di
tale magica conoscenza del campo; non solo frutti, quindi, di carattere
puramente fisiologico. La piena coscienza dell'esistenza del proprio Guru la si
ottiene, ad esempio, risvegliando i centri superiori al diaframma e "trattando"
uno specifico di essi. - Il chakra della testa (da mille petali) si ancora
nel centro alla sommità del capo, materializzato, pochi centimetri in basso,
nella glandola pineale. La Monade, attraverso il sutratma, o filo di vita,
distribuisce le sue energie da questo punto; e tutto il sistema nervoso centrale
dipende dallo stesso rapporto. - Il chakra del cuore (da dodici raggi, o
petali) si ancora nel centro tra le scapole, o del cuore, il quale ha la sua
corrispondenza fisica nella glandola timo. Tutta la zona toracica dipende da
essa, ma anche, e principalmente, l'intera circolazione sanguigna. - Il
chakra della gola (da sedici irradiazioni), domina l'uomo attraverso il centro
posto dietro di questa, e penetra nella sua struttura biologica dalla ghiandola
tiroidea, con riflesso sulla trachea e sui bronchi. - Questi sono i tre
centri maggiori, tra tutti. - Il potere irrefrenabile della Shakty perviene
all'uomo direttamente dal centro posto alla base della spina dorsale (il chakra
delle quattro pulsazioni nevralgiche), lì, dove giace (sonnecchiante e
avvolto nelle sue spire) il fuoco occulto chiamato "kundalini" e che,
trasformato da serpente che striscia nella polvere, in serpente che erge il
capo, verso la luce della conoscenza, fa, del semplice uomo, un Adepto Bianco,
quando egli lo abbia, in progressione ritmica, fatto salire, simbolicamente, sul
capo, e trasformata la sua natura inferiore in superiore. Questo chakra si
materializza nelle sue glandole surrenali. - Il chakra delle 96 vibrazioni
sovrane è posto tra le due sopracciglia (ecco, svelato il perché gli indiani di
classe aristocratica, in quell'esatto punto, tracciano un segno a matita).
L'ipofisi e' la glandola che ne fa fluire le energie sul piano fisico. - Il
chakra, chiamato plesso solare (dodici petali, o vibrazioni madri), e' posto
lungo la spina dorsale, quasi a mezza strada di essa. E' l'unico che separi le
forze sotto il diaframma, da quelle superiori. E il corpo astrale trova sbocco
diretto, nelle sue essenze vitali, da questo "foro d'uscita". La glandola
corrispondente e' il pancreas e gli organi ad essa legati sono lo stomaco,
il fegato, l'apparato intestinale. - Il chakra dai dieci raggi
elettromagnetici e' collocato sulla colonna vertebrale eterica,
all'altezza dei lombi e si riflette nelle glandole genitali, occupandosi
della natura sessuale dell'uomo. V'è un ulteriore punto occulto, tra gli
importanti, che, pero', costituisce il ricettacolo dall'esterno e il
diramatore agli altri di tutta l'energia che galvanizza il corpo eterico. E'
posto all'altezza della milza, ed e' chiamato centro splenico. Per finire,
indichiamo il chakra della medulla (quel tratto di midollo spinale che collega
lo spazio tra la prima vertebra superiore ed il cervello), che viene chiamato
- da Paramhansa Yogananda - la "Bocca dell'Energia" per il rapporto che ha con
le Forze Universali. Si trova all'altezza della prima vertebra superiore, appena
sotto il chakra della gola. Questo e' l'elenco dei chakras maggiori. Per ora,
accontentiamoci delle avare informazioni, sin qui fornite su di essi. Piu'
avanti le completeremo, integrandole con quanto ci rivelano, in proposito, le
lezioni di Paramahansa Yogananda; e studieremo con molta attenzione il
rapporto tra i centri eterici, ed uno yoga come il Kriya. Senza entrare in
merito alla descrizione esatta di quest'ultimo, mostreremo quanto diviene
essenziale un metodo che gestisca le correnti eteriche che scorrono lungola
colonna vertebrale ed all'interno, ed attorno ai centri. Annotiamo un
particolare che, solitamente, viene trascurato dallo studioso. Sia nelle
meditazioni che abbiano per oggetto la visualizzazione dei chakras, sia
nell'adoperare la Sostanza Cosmica che riverbera in essi, e' utile sapere che
ogni sforzo, in tal senso, viene, inizialmente, fatto su di una parte del corpo
eterico che non e' il chakra specifico, ma il suo rivestimento e la sua
protezione. Difatti, il corpo eterico separa l'uomo "denso" dai piani sottili
che esistono, a partire da quello astrale. E si avvale, in cio', di un
particolare tipo di sostanza, costituita da un fitto agglomerato di atomi ultimi
eterici, misto a gas sottili. Tale "rete" e' chiamata: "atomico-eterica".
Codesta non si limita a proteggere l'organismo magnetico-denso dell'uomo, in
senso generale, dai Piani Superiori (che, quando non sono percepiti e
adoperati, in modo lineare, divengono pericolosi), ma, separa chakra da chakra,
con linee costituite in maniera molto armoniosa, si' che, per impadronirsi
compiutamente delle facolta' di un chakra, bisogna distruggere tale involucro.
Spesso gli studiosi confondono la rete atomico-eterica, e le sensazioni
peculiari che da' al contatto elettrico della propria volonta', con i chakras.
Sottile e' la distinzione tra il chakra ed il suo rivestimento
protettivo-eterico, ed e' necessario che le proprie facolta' risvegliate
sappiano farla. A cio', si perverra' con la pratica e con la prudenza. La
nostra, purtroppo, limitata descrizione non sarebbe completa se non aggiungessimo due particolari.
Cioe', che al lettore non sfugga la
possibilità di intuire quanto immenso sia tale campo di ricerca, il
quale assomma in se' i presenti argomenti: iniziazione, guarigione esoterica,
astrologia esoterica, telepatia, struttura della Gerarchia Occulta Solare,
in rapporto al Pianeta ed all'innesto che la medesima Gerarchia puo' avere nell'organicita' viva di ogni anima; rapporto metafisico con il proprio Guru;
liberazione dal giogo reincarnativo. Possiamo paragonare l'uomo ad una piccola
centrale telefonica, in cui sono allacciati degli spinotti di collegamento.
Se egli fa ascendere le energie vitali, da sotto il suo diaframma, e le
"aggancia" e quelle sopra il diaframma, in fase graduale, perverra' alle
iniziazioni ed alla beatitudine inesprimibile che circonda i Maestri. Le essenze
del chakra lombare (o sessuali) debbono essere fatte defluire nel chakra della
gola. E il sesso, quale e' comunemente conosciuto (problema, a volte, molto
acuto per gli spiritualisti) verra' trasformato in radianza artistica e fuoco
estetico; quelle del plesso solare, che, quando sono le piu' vitali, rendono
l'individuo polarizzato nella propria instabile emotivita' e nel proprio egoismo
oscuro, dovranno venir fatte assurgere al centro del cuore, ed, ivi,
stabilizzate. La coscienza singola si trasformera', allora, in coscienza di
gruppo. L'amore personale, in amore universale. E le energie alla base della
spina dorsale, da quel centro, al centro della testa; e trasformeranno l'uomo,
puramente materiale, in gigante spirituale; ove, per spirituale, intendiamo
Adepto e Padrone delle forze nei tre mondi.
* NOTA
AGGIUNTA * Diamo l'elenco, per pura conoscenza dello studente, dei
21 centri minori. Con i 49 centri, ancora più piccoli, ed i 7 maggiori si
raggiunge la cifra perfetta del numero 77.
Rammentiamo che ogni centro e'
in diretto rapporto con una Gerarchia Occulta dei Poteri Planetari. I centri
inferiori si riassumono nei minori; questi, nei maggiori; ed i maggiori, nel
chakra brahmaranda, alla sommità del capo. Poiche' esistono poteri occulti
dell'involuzione e dell'evoluzione, l'esoterismo avvisa lo studente di non
adoperare, nei suoi esperimenti sui chakras, quelli collegati a sfere di vita
che non appartengono alla solare e, tra i maggiori, lo educa a fargli acquistare
la padronanza del centro alla sommità del capo.
* ELENCO DEI 21 CENTRI ETERICI
MINORI *
1. Due, davanti agli orecchi, vicino al punto dove
si riuniscono le ossa mascellari. 2. Due, subito al di sopra dei seni. 3.
Uno, nel punto in cui si uniscono le ossa del torace, presso la glandola
tiroide. Questo centro e i due precedenti formano un triangolo di forza. 4.
Due, nelle mani; uno per ciascun palmo. 5. Due, nei piedi; uno per ciascuna
pianta. 6. Due, immediatamente dietro gli occhi. 7. Due, connessi con le
gonadi. 8. Uno, vicino al fegato. 9. Uno, connesso con lo stomaco. Questo
centro e' in rapporto col plesso solare, pur non identificandosi con
esso. 10. Due, connessi con la milza. In realta', essendo sovrapposti l'uno
all'altro, essi formano un solo centro. 11. Due, dietro i ginocchi. 12. Un
centro potente e' strettamente connesso con il nervo vago. Tale e' la sua forza,
che esso viene considerato da alcune scuole di esoterismo, come uno dei centri
maggiori. Esso non e' situato lungo la spina dorsale, ma si trova vicino al
timo. 13. Uno e' vicino al plesso solare e lo collega con il centro alla base
della spina dorsale, formando così un triangolo, i cui vertici
sono costituiti dal centro sacrale, dal plesso solare e dal centro alla base
della colonna vertebrale. Questi due triangoli di forza cui si e' accennato sono
di grande importanza. Uno e' al di sopra e l'altro al di sotto del
diaframma.
I chakras - secondo la tradizione - sono il
retaggio di antichissime esperienze reincarnative di massa. E la loro
formazione, assieme ai significati che ne espone la struttura complessiva,
risalgono alle razze umane passate. Vediamone il perche'. Quando il mare
e' in tempesta ed alte onde si abbattono sulla scogliera, a pochi metri di
profondita' vi sono una pace ed un silenzio integrali. Sino ad ora abbiamo
navigato alla superficie di tale mare. Abbiamo parlato del fenomeno-energia.
Abbiamo visto che tutto e' energia; nulla e' statico. Abbiamo appena
accennato alle fondamentali forze che la scienza e' riuscita a scoprire, a
localizzare e a trattare. Abbiamo dato una sfumata descrizione di altre energie
occulte, che regnano sovrane, nei tre mondi in cui l'uomo svolge la sua
attivita'. Ma, vi e' uno <strato> di forze, ancora piu' nel profondo,
che e' necessario noi si analizzi, per poter proseguire. Il piano delle forze
eteriche (che il lettore si rifaccia alla parte del saggio ove trattiamo del
piano eterico, in connessione a quello Cosmico).
Il piano eterico ci sovrasta. Ogni particella del mondo visibile e' sostenuta
da una particella invisibile che, a differenza della prima, possiede una natura lineare e
dinamica, che l'altra non ha, essendone una sua semplice increspatura. Ogni
oggetto fisico e' ordinato e disposto in geometrie di atomi e molecole, da sette
linee di luminosa calibratura interiore. Attraverso codeste sette linee si può
accedere ai Sette Raggi (argomento di prossima pubblicazione). Il piano
eterico e', da una parte, cio' che unifica lo spirito alla materia; dall'altra
parte, per delle ragioni occulte che risultano evidenti a iniziati di un
certo grado, e' cio' che preesiste alla stessa energia formale. Ora, se
afferriamo una manciata di spazio puro, al di la' di qualsiasi universo noto ed
ignoto, li', ove nessuna forma di vita appare, ne' fisica, ne' metafisica, ad un
piu' attento esame di sguardo interiore, vedremo, alla fin fine, tralucere il
potere del numero magico sette. Sette tipi di energia ardente ci dimostreranno
che esse, da sempre, ora, e per sempre, tengono strettamente allacciata, in un
tutt' unico tessuto, quella manciata di nulla: i Sette Raggi. Non possiamo
liberarci da essi... Riportiamo - a proposito, e per vostra memoria e
riconsiderazione - un brano che appare nell'introduzione del presente
saggio:
[..] La triade e' presente ovunque vi sia
azione. Nel corpo eterico, i tre centri fondamentali (testa, cuore e base della
spina dorsale) sono, appunto, il riflesso di essa. L'intera pietra angolare
della Civilta' antica Cinese si basa sulle armoniche dello Yinn e dello Yang - e
del loro risultato: il Tao - che rappresentano il <codice a barre>,
segnato nell'infinito e complesso assieme di componenti la natura
onnicomprensiva. Si potrebbe solo accennare - per dovere di compiutezza - di
come la triade di cui parliamo si assesti ancor piu' nella <legge delle
armoniche> attestandosi attorno ad un baricentro comune, da cui deriva -
com'e' naturale - la spora di tre nuove emanazioni, o emittenze sonore occulte.
E nasca, di conseguenza, la ragion d'essere del magico numero sette: l'uno
matematico originario; la prima triplicita' e la seconda, nata dal baricentro di
cui sopra. Appare, cosi', il doppio triangolo intrecciato ( o, Stella di
Salomone), con il punto al centro: il simbolo della costituzione perfetta
dell'individuo. Quel simbolo, in cui Leonardo iscrisse la sua splendida
rappresentazione dell'uomo, con le braccia e le gambe divaricate. Ma,
evidentemente, l'argomento si presta a sviluppi ulteriori. A noi e' bastato solo
indicare la concretezza e lo sguardo acuto dei piu' antichi pensatori
dell'umanita', in riferimento ad una delle leggi piu' diffuse della natura: il
rapporto innato tra gli opposti ed il loro risultato. Una legge che fa parte di
ogni nostro movimento e pulsione intima, e che ci connette - consapevoli o meno
- all'intera unita' indivisa delle cose. Una legge, i cui effetti si mostrano -
esotericamente - nella ragion d' essere dei sette centri eterici maggiori
dell'uomo. [...]
E, mentre l'uomo percorre il Sentiero delle
incarnazioni, apparentemente succube dei loro influssi celesti, giunge a
detestarne e a maledirne l'esistenza; poi, li benedira'. Il trattato dei
Sette Raggi, di Alice Bailey, fa, ai nostri tempi, testo. Non ci dilungheremo,
ancora, in spiegazioni sottili e panoramiche sulla loro importanza. Diremo solo
che non esiste angolo dell'universo, il quale non sia impiantato in un simile
ritmico aggancio espressivo. Anche la telepatia (uno dei prossimi argomenti di
lista) e'strettamente dipendente da essi. Le linfe vitali ,che dell'uomo fanno
quello che egli e', scaturiscono dai suoi sette punti eterici maggiori, o
chakras. Man mano che lo studioso si addentra nell'investigazione e nello
studio dei chakras, egli rimane attonito nello scoprire quanta parte abbiano
nella vita universale, e quindi, nella sua personale. Alla fine capira' che i
Sette Raggi sono "tutto in tutto". Si e' fatto un gran parlare di "kundalini", o, del fuoco occulto, celato nel chakra alla base della spina
dorsale. Da parte di sedicenti istruttori disonesti - o, per lo meno,
incoscienti - sono stati dati metodi e spiegazioni per risvegliarlo, con la
promessa che, ascendendo esso lungo la spina dorsale, avrebbe provocato fenomeni
di natura del tutto miracolistica. E molti disgraziati di poco senno si sono
prestati a tali pratiche, risvegliando solo uno dei tre fuochi latenti nel
chakra alla base della spina dorsale (fuoco solare, fuoco elettrico, fuoco
per frizione; Ida, Pingala e Sushumna): quello per frizione. Tale specie di
onanismo energetico ha prodotto una particolare eccitazione del sistema
cerebro-spinale e, di li' a poco, ha stroncato tutte le mire di costoro,
portandoli alla monomania, alle fissazioni cerebrali, alle mitomanie. Gli
hindu asseriscono che, lungo la nostra spina dorsale, esistono tre tipi di forza
occulta, in costante movimento e in continua interrelazione tra di esse. Queste
forze, dal capo - o, dal chakra <brahmarandra> - fluiscono alla base della
spina dorsale, e ritornano al capo, senza smettere un attimo tale
oscillazione. E' lavorando su queste tre forze che gli hindu determinano
singolari fenomeni di sdoppiamento, anestesia locale, preveggenza, ecc..
L'esoterismo accetta il fatto, ma solo per quanto riguarda l'esistenza di
queste tre forze. Esse sono il riflesso, nell'uomo - come gia' abbiamo scritto
- dei tre Logoi Sacri; del Padre, del Figliolo, dello Spirito Santo; dello
Yinn, dello Yang e del Tao.
Poiche' ogni evoluzione singola e' strettamente allacciata all'Evoluzione Planetaria
e poiche' le iniziazioni fanno capo, in modo diretto, ad Essa, e, visto l'iniziazione
non e' da confondersi con dei ridicoli sbuffi di malcomprese respirazioni
hindu,
con degli sforzi gratuiti e tristi sugli organi sconosciuti del corpo eterico,
ma avviene spontaneamente, quale ultimo particolare di una lunga maturazione
reincarnativa, data e concessa solo dall'Uno, e' chiaro che kundalini non puo'
venir risvegliato in questo modo diretto e brutale.
Comunque, per rifarci alla genesi e all'evoluzione della
specie umana, vedremo come, in modo ritmico, il fatto sia avvenuto
spontaneamente. I tre fuochi, pur pervadendo e costruendo l'intero corpo
eterico, all'inizio risiedono nel chakra alla base della spina dorsale; scopo
dell'esistere e di ogni esperienza e sensazione reincarnativa e' di portarli -
lungo la linea armoniosa (che, addietro, indicammo) - al chakra alla sommita'
del capo. Esistono creature che, sotto la guida di un Guru, accelerano tale
processo. Questo, e' il Sentiero del discepolato. Ed e' praticamente impossibile
elencare tutte le conquiste di ordine spirituale a cui i medesimi sono
destinati, oltre, beninteso, la prima di esse: liberazione dal giogo non scelto
del dolore reincarnativo. A questo sommo Sentiero appartiene la pratica del
Kriya Yoga. La massa segue la via piu facile; ossia, la via a cui
Yogananda si riferiva, parlando del <lento carro a buoi dell'evoluzione
planetaria>. Egli venne, appunto, in terra - oltre che per altre nobili
missioni - anche per diffondere il Metodo Divino del Kriya Yoga, che
avrebbe permesso di conseguire al kriyaban <un anno> evolutivo, per ogni
<tassello> che, appunto, forma l'intera respirazione iniziatica. E' il
momento, quindi, di citare le grande razze madri misteriose, nel cui seno
l'intera umanita' - noi, evidentemente, compresi - ha vissuto in un lontano
passato, per millenni: la Lemuria e l'Atlantide. Di esse - a richiesta della
lista -si potra' discutere in futuro. Per ora, accenniamo alla loro esistenza,
come rivelataci dai Testi piu' Tradizionali, sia dell'Oriente, che dell'antico
Occidente. Durante l'epoca Lemurica, le energie, dal centro alla base della
spina dorsale, fluirono e si fissarono in quello sacrale; durante l'Atlantide,
dal centro sacrale al plesso solare; durante l'attuale razza, dal plesso solare,
esse stanno ancorandosi a quelle del cuore, e su ancora. E', comunque,
necessario aggiungere che l'iniziazione ha per regola che il discepolo vi
pervenga tramite una libera scelta ed un suo cosciente sforzo; pur essendo,
l'ariano (l'appartenente all'attuale razza madre), pervenuto a vivificare, in
modo appena lambente, il centro del cuore, se egli vuole accorciare la strada,
intraprendendo il Sentiero, dovra' ricapitolare in se' tutte le tappe delle
razze passate e determinare tale ascesi mistica, con la propria deliberata
scelta e volonta'. La conoscenza dell'ordinato assieme di strumenti occulti
che il corpo eterico possiede (i sette chakras) e' assolutamente necessaria,
per praticare, con pieno successo, la telepatia, sia personale che
cosmica. L'uomo, dunque, vive nel mondo, sballottato a destra e a sinistra,
da forze estranee, che lo raggiungono da ogni parte dell'universo. Abbiamo
cercato di provarlo in precedenza. Ma e', anche lui, un emanatore inconsapevole
di sottilissime correnti di energia, le quali, per lo piu' e nell'attuale fase
evolutiva, sono disordinate e disarticolate. Cio' contribuisce a creare dei
determinati "campi magnetici", attorno ad ogni singola entità umana; lo stesso,
e in minor misura, avviene per gli altri regni della natura. Quante persone
sensibili esistono, e forse voi siete una di esse, che, con una percezione
particolare, vengono disturbate da precisi campi magnetici,
<roteanti>attorno a determinate persone? Oppure si sentono attratte,
inspiegabilmente, da qualche loro simile, in particolare? Un individuo, di
una determinata tempra intimistica, entra in una camera dove si tiene salotto;
viene presentato, e si pone in disparte, silenzioso. Dopo un certo tempo, la sua
presenza galvanizza le altre, fino a quando diviene il misterioso protagonista
della riunione....
Voi pensate, con una certa intensità, durante il giorno, a quell'amico. E, nel
pomeriggio, o il giorno dopo, egli giunge a farvi visita.
E quante, quante altre dimostrazioni che esiste un elemento
sfuggente, il quale lega, tra di esse, le parti statiche del cosmo. Non e'
esagerato, da parte nostra, affermare, anzi, che l'impronta delle energie
libere, individualizzate in un mare invisibile di pensieri, di emozioni
sgorgate da migliaia d'animi, ed ora stagnanti nell'atmosfera del nostro globo,
si colleghino, con forza imprevista, al subconscio dell'uomo. E che moltissima
parte dei suoi atti, degli stessi suoi pensieri, delle improvvise sue
esaltazioni d'animo siano dovuti all'influsso che tanto mare di forze,
costantemente, esercita su di lui. L'uomo, con tutto il rispetto e l'amore che
gli portiamo, oggi e' un robot. Lo sara' ancora per poco, perche' gia' la
conoscenza dei nuovi sistemi esoterici sta delineandosi al senso critico
della vivente umanita', con l'apparire della Nuova Era. Importa che
egli si adatti alla preparazione che ve lo inserira' dinamicamente. Ed il
Kriya Yoga e' il massimo strumento per tale preparazione. I sette
chakras del suo corpo eterico, quando sono sopiti (poiche', comunque,
rappresentanti della quarta dimensione), per istinto atavico, assorbono, da
spugna, tutte le emanazioni che riescono a localizzare, nel buio
dell'invisibile, provenienti dal caos di energie che abbiamo descritto sino ad
ora. Quando, invece, con la giusta metodologia data dai Guru di Saggezza,
vengono affinati, addomesticati, dopo essere stati riconosciuti, portano una
serie di incredibili trasformazioni, tutte naturali e genuine, alle usuali
maniere di vita dell'essere umano. Ma, nulla di nuovo. Infatti, il discepolo,
per quanto avanti egli sia progredito nella strada delle acquisizioni magiche,
vede che la scienza esoterica ha messo ordine in un bagaglio di possibilità
sconosciute; <ma, non le ha create>. L'allineamento dei chakras in un
discepolo armonizza gli eteri del suo corpo eterico, e, quindi,< lo inserisce
nel vasto campo del piano eterico fisico, collegato al piano Eterico
Cosmico>, dandogli un ritmo naturale di essenze; quelle stesse essenze che
rendono placido il fondo del mare in tempesta, di cui parlammo all'origine della
lezione. Essenze con delle loro leggi indefettibili, in
contrapposizione all'apparente promiscuita' caotica che trapela attraverso
l'ondata del manifesto. Egli inizia a sentire scorrere attraverso il corpo
eterico e attraverso quei determinati chakras, che ha cominciato familiarmente a
percepire nel suo organismo interiore, delle calde forze che gli rivelano
l'esistenza di un mondo superiore. Il mondo dei Guru. Il mondo del <suo
Guru>. Allora, dapprima incredulo, e munito solo di un senso di speranza
(forse, agendo piu' che per fiducia verso Dio, per sfiducia verso il mondo che
lo ha dilaniato di insuccessi e nei suoi piu' intimi ideali) inizia a consultare
"la carta toponomastica" che la Sacra Conoscenza gli ha offerto, sull'ubicazione
e sul ritmo dispositivo delle Grandi Sorgenti di energia planetaria. Studia
le qualità, le tendenze, le mete di ogni Raggio; dirige i suoi obiettivi mentali
(in cio, silenziosamente istruito e ispirato dal proprio Guru) verso i
Signori che gli dicono essere i Guardiani dei tre Raggi Maggiori; e, ma ciò
avverrà molto più tardi, inizia a percepire la sintetica e unificata atmosfera
di Shamballa (o Shangrilla'). Si accorgerà, man mano, di avere
adoperato, sempre, il filo istintivo della telepatia mentale. E non attraverso
una linea orizzontale, soltanto; ma inserendosi in una quarta dimensione che, da
matematica a geometrica, diverra', lentamente, trascendentale. Perché,
quindi, la Tradizione Esoterica chiede al discepolo, come sempre ha fatto in
antichita' e sempre fara', di rintracciare il proprio Guru (anche a livello
metafisico, o telepatico)? Non gia' perché il Maestro sia qualcosa, o qualcuno,
che pretenda il servizio devoto e l'idolatria del discepolo; quella Creatura si
e' liberata da ogni legame e permane costrutta solo di puro amore illuminato. Un
amore, ove il piu' grande e il piu' piccolo sono le due faccette estreme di una
medesima realta' unitaria. L'esoterismo vuole che il discepolo rintracci il suo
Maestro solo per seguire la strada che lo stesso Maestro segui', quando si
trovava al suo posto. Quando il discepolo avra' raggiunto il Maestro si
rendera' conto che lo Stesso e' un Essere di tempra infinitamente divina; ma, si
rendera', anche, conto che, dall'inizio del suo procedere, sino ad allora, essi
furono sempre riuniti in un medesimo amplesso di identita' misteriosa, che non
disserro' mai la tenacia, non la disserra e non la disserrera'. L'esoterismo
vuole che il discepolo rintracci il proprio Guru, perche', essendo, Questi, di
natura divina, solo divinamente lo si potra' fare. E soltanto sviluppando le
proprie facolta' sovrumane, i propri poteri occulti, tutti sintetizzati nei
sommi contenuti della telepatia cosmica. Ecco la ragione per cui, dopo che il
neofita avra' localizzato l'atmosfera occulta di energie da cui fu spinto, con
prepotenza, sino a quel momento, dovra' scoprire e investigare le leggi del
piano eterico, che conducono le medesime energie.
* I Chakras eterici, in funzione della
telepatia *
Uno studio serio e consapevole sui chakras non
sarebbe integrale se non toccassimo la connessione che essi hanno con quel
fenomeno, chiamato della <telepatia>. Ne comprenderete le ragioni,
proseguendo la lettura. Vale, qui, affermare che non soltanto il nostro corpo
eterico denso possiede e postula le sue funzioni sperimentali sui chakras; anche gli altri organismi invisibili li possiedono. Ma, i punti occulti
degli organismi invisibili sono praticamente inutili, fino a quando non
vengono resi funzionali quelli del corpo eterico. La chiaroveggenza, la
preveggenza, e tutti i fenomeni di materializzazione, avvengono quando le leve
degli organismi invisibili dell'uomo sono inserite nella sua struttura eterica,
tramite l'unificazione con i relativi chakras eterici. Lungo tutto il
percorso reincarnativo, dunque, la Monade si trova, assopita e priva di poteri
divini, immersa nei tre mondi. E le forze galvanizzatrici dei piani
Eterico-Cosmici, per il peso gravitazionale planetario, si baricentrano nei
chakras <sotto il diaframma>.
L'umanità, in proposito, è stata autorevolmente divisa in tre parti. V'è un
tipo di uomini e donne che traggono ogni risorsa dalle loro linfe
vitali, <enucleate nel chakra sacrale> e
che, a malapena, raggiungono il plesso solare. Un altro genere di umanità
dipende, in ogni anelito vitale, dall'accentramento di forze istintive che, in
massima parte, si annidano nel plesso solare e lambiscono il chakra del
cuore. Un folto gruppo di esseri, (ma, ciò nondimeno, una stretta minoranza, in
paragone al rimanente), vive sul vibrare delle forze che alimentano,
principalmente e preferibilmente, i centri, dal cuore in su. E, in tal caso,
già ci troviamo nel campo prossimo agli<iniziati>. Si tratta, per lo
studente intuitivo, di non fare a meno di riconoscere nei tre aspetti di
umanità, le tracce evidenti di tre razze, nell'unica loro sintesi: la Lemuriana,
l'Atlantidea, l'Ariana. Cosa comportano tali energie, baricentrate solo nel
centro sacrale, o, nel plesso solare, o, nei centri attinenti alla testa? In
altri saggi abbiamo parlato della qualità di ognuno dei Sette Raggi. E, ad
esempio, abbiamo detto che il quarto Raggio e' il Raggio che dona la
capacità di racchiudere, in formula matematica e geometrica, e in circoli
chiusi, la bellezza, latente in ogni cosa. Esso e' il Raggio dell'artista. Ben
cruda ed amara maniera di parlare del quarto Raggio. Per diffonderci,
compiutamente, sulle sue qualità, infatti, avremmo dovuto esporre tutte le forme
artistiche che esistono nel cosmo, conosciute e sconosciute! Lo stesso
avviene quando noi ci accingiamo a trattare delle facolta' di ogni chakra, che
sono l'affiorare, nel tempo e nello spazio, del determinato Raggio che
rappresentano. Ci dobbiamo limitare a crudeli sintesi; esortiamo, allora, il
lettore a non volere strettamente allacciarsi ad esse, poiche' le medesime
costituiscono una lama a doppio taglio. Sono utili, se considerate per quel
che valgono: cioe', delle pure linee indicatrici; divengono, addirittura,
deleterie, se considerate fini a se' stesse e senza possibilità di sviluppi
ulteriori. Il fatto che l'umanita' sia divisa in tre grandi zone: il lemuriano,
o, l'uomo dedito alla trasformazione pura e semplice dei soli istinti sessuali e
di forza fisica, con le linfe promotrici dell'essere, postulate nel centro
sacrale; l'atlantideo, o, l'emotivo alla ricerca di sensazioni piu' vaste,
ma, tutte facenti capo al proprio egotismo centrale, amante del lusso e della
comodita', dipendente da un plesso solare altamente sviluppato; o, facendo un
balzo avanti, l'ariano, piu' o meno intellettuale, vincolato e prigioniero del
proprio razionalismo, oppure radioso d'un intelletto, che e' sfociato e si e'
trasmutato nell'intuizione pura e iniziatica; ebbene, ciò, ai fini della
telepatia, divide l'argomento in altrettanti tre tipi di telepatia: l'istintiva,
l'animica e la spirituale. Cominciamo con la prima. Molti scienziati si
sono domandati per quale ragione le ondate migratorie dei volatili seguissero
sempre, nel tempo e nello spazio, i medesimi obiettivi. Oppure, per quale
ragione i cani fossero capaci di rintracciare, senza alcuna causa che
collaborasse con il loro olfatto, un essere umano, a loro caro, allontanatosi
centinaia di chilometri. Oppure, perche' bastasse, da parte di
qualche fiera, madre di una nidiata di cuccioli, un solo sguardo, in direzione
del piccolo, andato a giocherellare dieci, o, quindici metri oltre il limitato,
e tutto intento ai suoi ruzzoloni, per fargli rizzare le orecchie, volgere il
capo, e tornare indietro, lentamente. Tutte forme, codeste, di telepatia
istintiva, proveniente dal plesso solare. Difatti, gli esoterici
sanno che l'animale agisce, non gia' attraverso il suo cervello, nei
coordinamenti d'atto, ma, attraverso il plesso solare. Nel caso umano, questa
telepatia la si riscontra li' dove un tenace affetto istintivo lega due elementi
della razza; che siano tutti e due compartecipi nel sentimento, o, che uno solo
di essi lo esprima. Una madre, che avvisa un certo pericolo in cui il figlio si
trova in un dato momento. Ed allora si scuote bruscamente ed entra in stato di
agitazione. Un innamorato respinto, il quale, di continuo, assilli, con ogni
sorta di linee psichiche invisibili, la povera fanciulla, che se ne sente
ossessionata quotidianamente, senza un contatto diretto. Telepatia istintiva
e', anche, quella di massa. Mille persone, eccitate, gomito a gomito, da
discorsi di leaders, in pubblici comizi, le quali, in un graduale crescendo,
prorompono in ovazioni e in prese di posizione emotive, che non avrebbero
raggiunto senza tale fusione telepatica. E' il caso, purtroppo, dei
linciaggi; e' il caso di quelle povere immature, che si strappano le vesti e
cadono in delirio, davanti ad un gruppo di, piu' o meno, altri stupidi, o,
troppo furbi, suonatori di una determinata musica. E' il caso delle cosiddette
"sedute di risveglio religioso", in cui delle anime infantili, in preda ad una
crescente paranoia psichica, dopo il canto di alcuni salmi, si contorcono e
urlano, a decine, per terra, chiedendo pieta' al loro Dio, e che li tolga dalla
fragile condizione umana in cui si trovano... Sempre, agisce il plesso
solare, unione diretta con il mondo astrale. Ed ogni movimento, in simile
direzione, arricchisce tale mondo dell'annebbiamento emozionale, di
soporifere altre energie intangibili; ma, pronte ad ingoiare qualsiasi anima che
si sintonizzi con esse, per similitudine di natura. Lo sgradevole, comunque,
e' passato. Poiche' giungiamo alla telepatia d'animo, dopo aver tralasciato
quella della personalita', piu' o meno sviluppata.
I risultati a cui giunge la telepatia d'animo sono, per lo più, positivi. Difatti,
essa nasce dal ritmo imposto all'intero organico dell'uomo, dal chakra del cuore. Si tratta
della <telepatia di gruppo>. Colui che la pratica e' portato a
far suoi i sentimenti dell'altro, per quanto tenui gli vibrino alla
portata. Un sublime esempio di questo tipo di telepatia, lo abbiamo
da parte del Cristo, nella comprensione cosmica di ogni singolo fatto, che
costituisce la panoramica della realta' solare. Va detto che, nei casi in cui
tale telepatia divenga nociva, noi ci troviamo di fronte ai <gruppi di
delitto> (camorra, ndrangheta, ecc..). Pur essendo, questi gruppi, riuniti
in una consonanza effettiva d'animo, poiche' mancano di morale e di principi, le
loro possibilità si volgono verso conquiste inferiori. Da qui, la necessità
di uno stretto collegamento tra pensiero illuminato e cuore. Il terzo tipo di
telepatia è quello definitivo. La telepatia mentale-spirituale.
* La Telepatia
mentale-spirituale *
Abbiamo elencato i
chakras, ma, sempre, senza
parlarne singolarmente, per il fatto che eravamo intenti a rivelare i fattori
cosmici ai quali ci inseriscono, di costante. Teniamo, ora, presente che i
chakras, a differenza della statica funzione di ogni arto biologico e tangibile
del fisico, si qualificano perche' palpitano di una nota, o, natura sconosciuta
al mondo materiale: la quarta dimensione. Ogni chakra e' collegato,
naturalmente, a tutte le parti dell'universo; il chiaroveggente, difatti, non
porta il chakra verso l'oggetto eterico denso, o, eterico-cosmico che vuole
raggiungere. <Egli lo vede riflesso in quel chakra, ovunque l'oggetto si
trovi; lì, ove il tempo e lo spazio sono aboliti>. E, ad un più attento
esame, la immagine dell'entita' contemplata e rispecchiata nel chakra, si
rivelera', non gia' per un fantasma, ma per l'entita' stessa. Pero', ogni
chakra ha delle funzioni soggettive, che e' necessario comprendere, per potersi
avvalere delle sue specifiche possibilita'. Nel descrivere i chakras
dell'essere umano, noi faremo conto di osservarli nel corpo eterico di un uomo
sviluppato spiritualmente e che li abbia tutti funzionali. Il chiaroveggente,
difatti, dove un Adepto ha, per chakras, dei soli, rutilanti di splendore e di
colore, vede, in un uomo sottosviluppato, dei grigi bottoni larghi, di materia
eterica torbida, senza alcun balenio manifesto, e con una luce potenziale appena
accennata. Il chakra e', anzitutto, un innesto di due tipi di forze: quella
planetaria e quella umana. Ecco, i due bracci della croce; ecco, il Cristo e
l'uomo. Esistono settantasette chakras in tutto il corpo eterico: hanno
un'apparenza sferica. Sette sono i maggiori: quattro, lungo la spina dorsale;
tre, riguardano la testa. Ed i Guru danno molta importanza al fatto che
il discepolo afferri, alla radice, le loro funzioni. Ne', presumiamo, che
esso possa farlo di primo acchito. La strada, in ogni modo, e' tale, quale
gliela stiamo indicando. Il chakra è composto dal coesistere di varie linee
magnetiche: a) Il Punto; b) il Triangolo; c) le Linee Irradianti; d)
la Sfera di Incidenza. Incapsulato in ogni chakra, come perla nello scrigno,
v'è il <Punto Centrale>, che dissemina le indescrivibili potenze della
Monade; il Punto Centrale e' racchiuso in un triangolo: tre linee di forza, che
riflettono il colore, la natura, il potere del raggio monadico, di quello del
corpo causale e di quello della personalità. S'ergono, in direzione
quadrimensionale, dalla presente tetraktis magica, i cosiddetti petali del
chakra. Cioe', le singole irradiazioni, diverse per ogni chakra, e che sono
proprio le linee di forza che il discepolo deve imparare a trattare a dirigere,
nel suo lavoro di mago bianco. Simile divino <armonicum> si assomma nel
<circolo> che ne rappresenta la zona di confluenza e la sintesi
radicale. Il gioiello monadico, risiede, manifesto a chi lo sappia
localizzare, nel <chakra alla sommita' del capo>. E si riflette in quello
posto fra gli occhi ed in quello della gola. La sua visione e' piu' labile negli
altri. Diamo qui di seguito i colori dei centri eterici, come vengono indicati
da Paramahansa Yogananda, nelle sue lezioni della Self-Realization Fellowship.
(dal Grado settimo delle Lezioni SRF, di Paramahansa Yogananda -
L-175) N.B. I colori dati dal Guru sono quelli del chakra alla base della
spina dorsale, del lombare, del plesso solare, del cardiaco, della medulla (dati
altrove, nelle lezioni) e dell'ajna. I commenti sul centro ajna e sul
bramanandra non sono i suoi, ma provengono da altre fonti autorevoli. Il
chakra alla base della spina dorsale ha quattro petali, o linee di forza, ed e'
di giallo Il chakra lombare ha sei petali, ed e' di color bianco intenso Il
chakra, detto plesso solare, ha dieci petali ed il suo colore e'
rosso sangue. Il chakra cardiaco ha dodici petali ed il suo colore e' di un
azzurro palpitante. Il chakra della gola ha sedici petali ed il suo colore e'
una nebbia vaporosa, reticolata con punti luminescenti. Il chakra della
medulla ha due petali, di color azzuro. Il chakra ajna, posto tra gli occhi,
riunisce, in una sintesi sostanziale, la personalita' dell'uomo; dove la natura
inferiore si collega alla superiore. E' curioso, infatti, constatare, che i
petali sono novantasei, cioe' il doppio della somma dei precedenti cinque. Le
totalita' di colore si raffinano altamente, e, qui, sono oro-azzurro splendidi.
Il chakra brahmarandra, alla sommita' del capo, ha mille petali ed e'
rappresentato, simbolicamente, nelle statue del Buddha, dal misterioso
vestimento lenticolare al capo, che quasi tutte portano. E' composto da due
elementi: una zona interna ed una esterna. La zona interna (la <Luce nella
Luce>) e' bianco-oro. La esterna, di un indescrivibile balenio di colori. La
zona interna e' il riflesso, sul cerebro eterico, del chakra del cuore. E',
comunque, al centro brahmarandra che si focalizzano tutte le attenzioni delle
Guide dell'umanità. Viene detto, difatti, di continuo, ai discepoli: "Vivete
nella testa". Con cio', simbolicamente, esortando l'uomo a postularsi alla vetta
delle sue sensazioni fisio-psicologiche, per giungere al contatto monadico.
Contatto che scaturisce solo da tale chakra. L'insieme d'incidenza delle
rispettive circonferenze dei sette chakra determina un'entita' energetica,
chiamata <l'aura> dell'individuo. E' l'irradiazione combinata dei gradi
evolutivi dei suoi chakras che da' la nota occulta all'individuo, in seno ai
valori invisibili dell'umanita'. Noi continuiamo a riferirci all'ideale
individuo che abbia risvegliato armoniosamente tutti i sette punti nevralgici
eterici. Tale aura avra', allora, acquistato un incredibile potenza,
silenziosa e suggestiva. Senza parlare del fatto che costui, appunto perche'
essi lo collegano ai Sette Signori del Mondo, al Logos Planetario, e, piu' su
ancora, alle Sfere Celesti, possedera' la padronanza del costante colloquio con
i Poteri Divini dell'Essere, confermiamo che egli potra' dirigere le sue forze
risvegliate, ovunque lo voglia e con tutto il successo che
desidera. Convergera' le linee magnetiche dei chakras, o, petali, in
determinate note posizioni e in determinate direzioni; le unifichera',
ritmicamente, in un blocco unico; le vedra' trasformarsi nei poteri angelici che
presiedono alla loro struttura, e oltre..... Ma, possedera' un'aura,
meravigliosa conchiglia, da cui sfavillera' la luce della perla della Gerarchia
Bianca, in ogni atto quotidiano che compie. Consideriamo, adesso, la
naturale predisposizione che l'uomo ha, nei contatti con il mondo delle
idee. Esiste, come e' riferito da Patanjali, nelle sue lezioni di Yoga, "la
nuvola delle cose intellegibili", (quella che è stata chiamata il Piano Divino,
da un altro Maestro), che, dalle vette del supremo ordine celeste, lambisce, di
continuo, il terreno spirituale dell'uomo. Il problema e' di entrare in
contatto con essa e di tradurla in espressione. Vi sono vari metodi graduali per
farlo. Aspirazione, concentrazione, meditazione, illuminazione; e l'ispirazione
avviene. Spesso, il discepolo si incapriccia a volere che il Maestro intavoli
con lui un discorso piu' diretto, sulla natura di simili processi occulti, che,
per lo piu', sfuggono all'analisi della coscienza ordinaria. Cosa che il Maestro
non puo' fare, semplicemente perche' soltanto la maturita' individuale ci puo'
permettere di comprendere cosa siano i piani superiori, troppo spesso confusi e
scambiati con qualcosa, pur se radiante, di statico e incombente. Cogliamo,
adesso, l'occasione, per suggerire al discepolo, se egli cade in preda a tale
tipo d'illusione, di volgere altrove lo sguardo. Non solo i Guru hanno cessato
di occuparsi personalmente dell'evoluzione singola dei discepoli; ma, desiderano
collaboratori, capaci ed esperti. Tutto cio' che di teorico poteva essere
rivelato all'uomo, sulla magia creatrice, e' stato rivelato. Il resto e'
questione di intuizione personale. Solo quando il discepolo e' diventato un
collaboratore capace ed efficiente, il Maestro si fonde con lui, in una
consapevole unita' d'azione e continuita' di presenza. Comunque, costretti
come siamo a parlare per simboli, torniamo a rappresentarci "la nube di cose
intelligibili", quale lago inesauribile di sostanza archetipica, che alimenta
e continua a far crescere il fiore della civilta'. I Portatori dell'acqua
divina, sono i Guru che, con la borraccia del loro sapere e del loro potere,
raccolgono, da una parte, il liquore vitale, e, dall'altra, innaffiano, con
esso, tramite la telepatia planetaria, le menti degli uomini, accelerandone il
processo evolutivo. All'uomo, cio' appare come un rivelarsi di improvvise
intuizioni, come un impulso a nuove mete... Si tratta, non solo di accettare il
fatto ed abituarsi ad esso; ma, di aiutare il desiderio che i Guru hanno di
unirsi al genere umano, con l'apprendere l'arte della ricezione e della
impressione. I Guru non si trovano lì, o, qui. I Guru si trovano latenti,
nell'ovunque. L'uomo non e' ancora capace di vivere, unificato al silenzio
della Parola Divina Informale, che palpita in seno alla "nube delle cose
intelligibili". La vibrazione rarefatta, composta dai mille segmenti energetici
del suo chakra alla sommità del capo, per forza di cose, e' immersa,
continuamente, in tanto mondo archetipico. Ma, l'atmosfera e' troppo alta
perche' le parole possano descriverla. L'uomo si trova costretto, tramite
l'articolazione occulta del suo Io, a dare una veste a cio' che veste non ha e
che e' il puro Essere. Ivi, regna, sovrana, la Monade. E la Monade e': "VOLONTÀ
DI ESSERE". Ecco la ragione per cui il chakra alla sommità del capo e' stato
chiamato il chakra della volonta', e soltanto la volonta' risvegliata e
cosciente puo' compiere la magica incisione che ne liberi il fuoco
ardente. Quando l'uomo, prima pigramente, poi, in maniera piu' precisa e
sempre piu' precisa, inizia a portare giu' la semenza d'oro delle astrazioni
pure che riceve dalla Monade, a cui si e' unito, alla quarta iniziazione,
distruggendo il suo ego e acquistando la completa padronanza del chakra
brahmarandra, egli e' costretto a prendere la strada del chakra ajna, posto tra
le due sopracciglia. E' tale chakra che plasma il materiale luminoso, ne estrae
il messaggio contenuto, e lo inquadra in una forma intellettuale, comprensibile
all'umanita'. Tutti i chiaroveggenti, nell'osservare un uomo in atteggiamento
cogitabondo, ne hanno visto le idee: sono entrati in contatto con le energie
sottili che egli trattava inconsciamente. E tutti sono rimasti d'accordo nel
dire che cio' che veniva pensato da quell'uomo essi lo vedevano "galleggiare",
in linee armoniose, o, confuse, a seconda della potenza del pensatore, a pochi
centimetri davanti ai suoi occhi. Fate una prova. Sceglietevi una
rappresentazione mentale di qualche esperienza, da voi vissuta, e che, tuttora,
continui ad interessarvi, vitalmente. Diciamo: "che continui ad interessarvi,
vitalmente", perche' e' necessario che, per avere una potenza efficace, il
pensiero vibri secondo una tonalità forte. Rappresentatevi l'esperienza,
mentalmente, fino a fissare un solo particolare. Sara' una mano, saranno le
rotaie di un tram, sara' il candelabro di una chiesa; non importa
cosa. Voi sentirete, distintamente, che tale piccola figurina,
partorita dal vostro immaginare, vi vellichera' la fronte, a pochi centimetri
davanti agli occhi, sostenuta dal chakra ajna. Ricordatevi, e' molto
difficile saper pensare egregiamente. E', anche, pericoloso intraprendere degli
esperimenti telepatici, nella direzione sbagliata e senza dei graduali
allenamenti e con una saggia previsione degli ostacoli a cui si vada
incontro. Quando l'uomo intensifica la sua tonalità magnetica, poiche',
purtroppo, si trova a dover superare delle barriere di forze stagnanti, sia in
lui, che fuori di lui, e poiche', anche, non ha la volonta' necessaria a spazzar
via ogni impedimento energetico che gli viene dall'atmosfera celata del nostro
globo, potranno succedergli vari inconvenienti. Se noi sfreghiamo un pezzetto di
ambra, esso si elettrizzera' ed attrarra' dei corpuscoli di polvere, che ne
appanneranno la levigatezza. Se noi tuffiamo in una scatola di limatura di ferro
una calamita, essa restera' appesantita da una considerevole quantita' di ferro.
Lo stesso accadra' all'uomo, che inizia la telepatia. Indiscutibilmente,
gli sforzi che egli compie per il suo desiderio di aumentare il potenziale
magnetico lo elettrizzano e, prima o poi, senza le debite precauzioni, egli si
trovera' circondato da una massa vibrante di corpuscoli energetici, che
ammanteranno la sua natura ancora impura, rendendo argilloso il terreno su cui
cammina. Ecco perché i Guru insistono molto che, prima di addentrarsi in
esperienze di carattere occulto, il discepolo purifichi i propri moventi e la
propria natura. V'e', poi, ancora, un altro inconveniente, per chi comincia a
praticare l'arte della telepatia. La sua debolezza psichica. Esistono pochi
individui che riescano a forare la placenta di forze in cui si trovano tutelati,
o quelle della loro aura, e a toccare un'altra aura: l'aura, cioe', con cui
vogliono entrare in contatto. Ciò fa si' che gli incauti, credendo di procedere
con successo sulla strada della telepatia, gonfino di sostanze-pensiero,
sempre rinnovate, simile a un palloncino colorato, la loro aura. E raggiungano
gli stessi insuccessi di cui abbiamo parlato poco fa. Uno dei Maestri afferma
che, tra coloro i quali, al giorno d'oggi, si dicono telepatici, o, medium, il
novanta per cento cade nell'illusione piena. Essi manipolano e rimanipolano
forme-pensiero, o, vibrazioni del loro subconscio, attorno, e nella loro stessa
zona astro-mentale. Mettono insieme, in una cecita' poco illuminata, dei
messaggi, quasi tutti nello stesso tono; poi, affermano che l'entita' ha
parlato, o, l'amico ha risposto, da una citta' distante.
Per lo piu', si tratta di persone in buona fede; quindi, ancor piu' pericolose.
Ma, lo stesso Maestro, esorta, nel contempo, a rinnovare gli sforzi, e dice che la
Gerarchia ha bisogno di discepoli, i quali sappiano <impressionare> e
siano telepatici. L'abitudine a pensare rettamente, con precisione e con
maturita', dara' il sottostrato necessario ad avere un pensiero efficace, per
venire proiettato e per ricevere.
* I metodi della telepatia
*
Si e' fatto un gran parlare, negli studi di
esoterismo, della PACE, tanto che l'uomo pensa che essa esista, in qualche
angolo dell'universo, in maniera integrale. Con cio', perdendo di vista il
messaggio dei Grandi Illuminati. Quello del ritmo, quello del Movimento Eterno,
quello del grande Respiro del Tutto. Un sottile senso di egoismo e di
pigrizia mentale viene, ogni volta, alimentato nel neofita, quando egli
inserisce lo sguardo verso la direzione della "Luce che e' oltre"; pensa che,
li', si mettera' seduto, superiore alla problematica minuta dell'Essere,
dimentico del dolore e della sofferenza. Eppure, tali individui non hanno
capito il messaggio del Cristo, il Grande Dolente, l'Incessante Lavoratore. E'
un Dolore Soggettivo, il Suo; un "Dolore di identificazione", di natura cosi'
alta, da riuscire incomprensibile alla massa. Quale pace, quindi, dovra'
cercare l'uomo, prima di dedicarsi all'esercizio di una proiezione, o, di una
ricezione telepatica? <La pace dell'amore>, la quale e' un'attività cosi'
intensa, che non viene percepita dal pigro occhio di chi non sappia amare. Lo
Spirito, la cui natura e' amore, e' stato paragonato, dagli indiani, ad una
ruota che giri, su se stessa, ad incredibile velocita'. I suoi raggi non sono
visibili, e pare che, addirittura, se ne stiano immobili. Questa, e' la pace che
occorre possedere, mentre si applica la telepatia. La ', ove tutti i sensi
mentali, spirituali, eterici sono desti. La', ove non esiste differenza tra
soggetto ed oggetto; la', ove l'uomo si riconosce chiaramente TUTTO IN
TUTTO. Egli possiede un'idea. Egli sa che il sussurrio delle linfe vitali,
nel suo corpo eterico, e' la eco dei campi Eterico-Cosmici; la eco del Logos.
Egli sa che egli e' uno con il Logos. Il chakra brahmarandra e l'ajna, gia' da
tempo, hanno unito le loro scintille vitali, e, tramite il matrimonio nei cieli,
l'unificazione tra il Cristo in lui, e l'uomo in lui, ha avuto luogo. Egli sa
che, nella quarta dimensione, non v'e' separazione tra il soggetto e l'oggetto;
tra di lui e l'essere con cui vuole entrare in rapporto telepatico. Dal chakra
brahmarandra introduce l' idea nella zona magnetica del centro ajna, le da'
consistenza oggettiva e, tramite la parola, sussurrata leggermente, mette in
funzione il chakra della gola. La parola e' l'involucro di quell'idea, la parola
diviene discorso telepatico. Il suono fa vibrare il corpo eterico, preludio al
denso. <Il Verbo si fa Carne>. Dall'altro capo del filo, il ricevente
terra' aperto, come un fiore, il centro posto tra le sopracciglia, ed inerte
quello alla sommita' del capo: e, nitida, la vibrazione si circoscrivera'
nell'ajna, la fusione avverra', il messaggio sara' stato accolto, la parola
percepita. Questi rapporti, condurranno, in breve, ad eliminarli
completamente. L'uomo preesistera' alla manifestazione. E sara', prima di
essere. E' vicino il tempo beato in cui le parole, sia mentali che materiali,
verranno abolite. E chi puo' descrivere la sfera di beatitudine, ove tutto e '
compiuto e il Fiore della Vita si erge, splendido e maestoso, senza sostegni che
lo reggano? Questa, e' la meta a cui deve giungere ogni discepolo. Questo, il
vertice del Sentiero. Vorremmo, qui, suggerire - per inciso - a chi ci abbia
seguito con attenzione, di rilevare, a questo punto, quanto le
informazioni date sinora sui centri eterici siano state piu' che eloquenti, in
riferimento alle possibilita' che essi offrono per <un balzo nella dimensione
parallela all' uomo>. Intanto, riassumiamo alcuni concetti fondamentali
sulla loro natura. La loro esistenza nasce da alcuni principi innati, scaturenti
dalla natura archetipica del cosmo. Per la <legge delle risonanze>
l'individuo e', di conseguenza, polarizzato con l'universale, mentre ne ospita
in se' delle <lenti> che riflettono le sue origini. I chakras - per
propria natura - costituiscono il piu' aristocratico e duttile ponte, che
<unisce gli opposti>; ossia, sono - come abbiamo gia' visto - le scintille
che nascono dalla pressione di contrari, quali la materia e l'energia; il
manifesto e l'immanifesto; il frammentato e l' integrale. Nell'uomo, e
con l'intervento misericordioso del Logos divino, essi - da principi astratti -
si mutano in organismi; composti da una sostanza che, se pur sottile, e'
comunque <gestibile e multiforme>. Proprio come ognuno di noi vive e si
esprime in un complesso stato di azioni e di reazioni inconsapevoli, costituendo
lo snodo <tangibile> - composto da miliardi e miliardi di fotoni; e , in
ultima analisi, ognuno dei suoi cinque sensi e' comparabile ad una fotocellula,
che registra in se' e riproduce i flussi della luce (di cui unicamente e'
composto il creato), facendoli confluire al suo sistema nervoso centrale, dove
codesti flussi vengono nuovamente rielaborati e tradotti in visione ottica,
sensazione, piacere, dolore e conoscenza, cosi' - secondo la conoscenza
tradizionale metafisica - i <semafori>, soggiacenti a questo intenso
traffico di esperienze energetiche, sono, appunto, i chakras. Ognuno di essi
e' l'anima centrale di una ghiandola umana, e si connette alla medesima,
provocando il funzionamento dell'intero sistema endocrino individuale. Da
cio' si puo' comprendere la vitale importanza che possiedono - a livello
biologico e sostanziale - considerata l'essenziale funzione che tale sistema ha,
in rapporto ad ogni persona. Conducono e distribuiscono - tramite il <corpo
eterico>e la corrente sanguigna - quell'essenza vitale, che tutti gli esperti
chiamano <prana>: il <Ch'i> degli Insegnamenti cinesi. A tale
proposito, vale ricordare la collocazione - sul palmo di ogni mano (vedi elenco
dei 21 centri minori) - di due centri eterici. E' tramite questi che i guaritori
effondono la loro vitalita' sui malati. Ogni chakra emette una sua specifica
radiazione - o, colore - ed un suo suono. Ogni chakra collega l'uomo ad uno dei
suoi <corpi sottili>, ed al corrispondente piano di esistenza
planetario. Di conseguenza, le meditazioni che si riferiscono ad ognuno di
essi, al suo colore ed al suono <caratteristico> che emettono sono le piu'
possenti leve al risveglio di queste sbalorditive potenzialita' umane; e, in
ultima analisi, possono proiettare colui che medita - tramite un'eccezionale
<via di minor resistenza> - nell'universo parallelo della beatitudine e
della liberta'. Il Kriya Yoga e' la sintesi perfetta della
<giusta via> allo sviluppo deicentri umani. Ogni <momento>,
rappresentato dalle quattro iniziazioni, si occupa di risvegliare una precisa
funzione dei centri. Questo, e' il <fiorire> di kundalini. Va da se' - e
lo abbiamo visto - che tale risveglio deve seguire una saggia ed oculata
metodologia. Difatti, se i centri non sono sviluppati <all'unisono>, se ne
rischia la mostruosa deformazione, che enfatizza solo uno, o alcuni di essi, a
scapito dell'integrale evoluzione del loro assieme. Chi - ad esempio - porta
la sua attenzione e meditazione ai centri <sotto il diaframma>, alla lunga
diviene un individuo con funzioni e desideri sessuali accentuati in modo
abnorme. Chi medita intensamente sul chakra del plesso solare espande e dilata a
dismisura la sua emotivita' irrazionale. Inoltre, vista la stretta
interdipendenza fra il corpo fisico, il sistema ghiandolare e i centri, ben
presto - oltre alle dissonanze energetiche -nasceranno disturbi evidenti della
salute e dell'equilibrio psico-fisico. Indichiamo - con onesta' morale - che il
breve escursus da noi fatto nell'argomento e' servito solo a dare una parziale -
anche se equilibrata - visione della natura dei centri eterici. Se il lettore
ha ricevuto solo una sollecitazione del proprio intuito interiore verso
l'importanza essenziale dei centri eterici, in lui, di conseguenza potra'
comprendere l'importanza di un metodo come il Kriya Yoga, che si occupa
- in modo perfetto ed esemplare - del risveglio dei centri e di kundalini. Con
il Kriya Yoga l'uomo vive la diretta esperienza del Suono e del Colore,
del rapporto tra materia e spirito, e diviene egli stesso centro planetario.
Ecco, infatti, il dono che - alla fine dell'evoluzione - lo spirito liberato
vede nascere in se'. Egli scopre il proprio Suono, o Nome Occulto. Egli
scopre di essere lui medesimo un Centro della Coscienza di Dio - e non piu' di
<possedere dei chakras>. Egli ascolta il Suono da cui la propria Nota
viene emessa. Egli vede <faccia a faccia> Dio!
(Guido Da Todi)
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